Un presepe, quello della basilica Inferiore di San Francesco di Assisi, allestito allestito all’interno di una barca lunga sette metri che nel marzo del 2014 ha trasportato nove profughi tunisini fino all’isola di Lampedusa. Ad accenderlo simbolicamente, domenica pomeriggio, insieme all’albero di Natale che lo domina, è stato papa Francesco in video-collegamento dal Vaticano, al termine della funzione religiosa officiata da monsignor Georg Gänswein, prefetto della Casa Pontificia.
Solidarietà La cerimonia, che si è svolta sotto l’occhio vigile delle forze di polizia, ha visto la partecipazione anche di 31 profughi ospitati dalla Caritas e di un ufficiale della Marina Militare. Con loro anche la presidente della Regione Catiuscia Marini, l’Imam di Perugia, il portavoce della Tavola della Pace Flavio Lotti e il presidente dell’ordine dei giornalisti dell’Umbria, Roberto Conticelli. Presenti anche numerose realtà attive nel campo della solidarietà e dei diritti, dalla Caritas ad Articolo21, fino all’associazione Carta di Roma. La cerimonia di accensione è stata diretta da padre Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del Sacro Convento di Assisi.
‘Grazie’ Durante il video-collegamento il papa ha espresso parole di ringraziamento per tutti coloro che hanno accolto i migranti provenienti dal Sud del mondo, a partire dagli uomini della Marina Militare impegnati nel canale di Sicilia, «strumento della speranza» li ha definiti papa Bergoglio.
Testimonianze A margine dell’evento le testimonianze dell’ufficiale della Marina Militare, Antonio Dovizio che ha partecipato alle operazioni di salvataggio dei migranti nel canale di Sicilia e che ha salvato una bambina di appena tre giorni su di un barcone nel mare Mediterraneo. Con loro anche Nora Shirley, profuga camerunense sfuggita a Boko Haram, che nel suo viaggio durato più di un anno dal Camerun all’Italia ha perso quattro familiari e una bimba di cinque anni e mezzo che ancora spera di ritrovare.