Ast ad Arvedi: Antitrust europeo apre procedura semplificata

Il 22 dicembre termine provvisorio del percorso. A Terni l’Agorà sull’acciaio

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di F.L.

Aperta ufficialmente dalla Commissione europea antitrust la procedura semplificata sul dossier della vendita di Ast dal gruppo ThyssenKrupp ad Arvedi. È quanto anticipato dal giornalista Marco Torricelli di Siderweb, giovedì pomeriggio, durante l’Agorà democratica sulla siderurgia, in corso a Terni. Il termine provvisorio della procedura dovrebbe essere quello del 22 dicembre. Dunque prima, presumibilmente, dell’inizio del 2022 fin qui ipotizzato, anche se l’effettiva conclusione della vendita dovrebbe avvenire proprio nei primi mesi dell’anno nuovo.

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Tk pensa ancora ad una partecipazione di minoranza

Una ipotesi, quella della procedura semplificata, che al momento dell’annuncio della vendita ad Arvedi era stata auspicata anche dalla Fiom Cgil, ma che sembrava ostacolata dal fatto che i volumi complessivi di produzione dovrebbero superare i 5 milioni di tonnellate. L’ostacolo evidentemente non c’è, e questo fatto potrebbe essere valutato come un elemento di ottimismo, salvo ovviamente sorprese. Proprio giovedì tra l’altro – la notifica dell’avvio della procedura è del giorno precedente – ThyssenKrupp ha ufficializzato il report annuale sui conti del gruppo (registrato nell’anno fiscale 2020/2021 un utile operativo rettificato di 796 milioni di euro, rispetto alla perdita da 1,759 miliardi di euro di un anno prima), in cui Ast viene nominata solo marginalmente, ribadendo che il closing della vendita è atteso nella prima metà del 2022 e che Tk sta esaminando una possibile partecipazione di minoranza nella nuova società. I dettagli saranno negoziati prima del closing.

Letta e i big del Pd al Gazzoli

Tutti elementi, questi, emersi nel giorno in cui a palazzo Gazzoli è andato in scena un confronto a 360° sulla siderurgia italiana, con un focus – ovviamente – sulla vicenda di Ast, in occasione dell’Agorà democratica dal titolo ‘Strategie per la siderurgia italiana’, in cui il Pd ha riunito lo stato maggiore del partito a livello nazionale, oltre ad alcuni tra gli attori principali del settore. A dare il via ai lavori, in collegamento video, il segretario nazionale Enrico Letta. Il quale ha sottolineato come il tema delle politiche industriali «vede il nostro Paese decisamente bisognoso di una riflessione nuova, perché – ha detto – siamo ancora fermi a molte definizioni ed elaborazioni che vengono dal passato». «Ciò che è capitato negli ultimi anni – ha continuato -, da una parte tutta la dinamica legata al green e alla sostenibilità, dall’altra i cambiamenti intervenuti per via della pandemia e tutta la rivoluzione in corso nel campo della logistica a livello internazionale, per le catene del valore e lo spostamento delle merci e del cambiamento dell’impatto delle materie prime e dei prezzi, sta oggettivamente modificando i punti cardine della bussola delle politiche industriali. Un Paese che si vanta giustamente di essere la seconda potenza industriale d’Europa e tra le principali nel mondo ha necessità di essere all’avanguardia sulla riflessione su come le politiche industriali debbano essere rielaborate con un occhio al futuro e alle trasformazione». In particolare «il tema delle materie prime, del prezzo dell’energia e della logistica – ha detto ancora Letta – sono questioni che stanno vedendo delle modifiche di dimensioni e aspetti qualitativi di impatto tale che non si era visto da molto tempo. Tutto questo ha un impatto sui conti delle aziende, pubblici e dei cittadini». «Per questi motivi – ha concluso – affrontare una riflessione sul tema della politiche industriali e in particolare sulla siderurgia rappresenta un punto di riferimento importante e uno degli elementi sui quali abbiamo intenzione di lavorare».

Todde conferma: tavolo su Ast dopo il closing

Tra i principali interventi, oltre a quello del responsabile economia e finanza del Pd, Antonio Misiani, anche il viceministro allo sviluppo economico, Alessandra Todde, che entrando più nel dettaglio sulla questione dell’Ast, anche lei in collegamento video, ha sottolineato che sarà necessario attendere il parere della commissaria europea Vestager «prima di sederci e parlare» del piano industriale di Arvedi. In merito all’acquisizione dell’acciaieria da parte del gruppo di Cremona, la Todde ha detto di ritenere che sia «un’occasione unica per dare risposte a un territorio e fare un progetto in cui, finalmente, chi è interessato non è qualcuno che viene da un altro continente e che ci vede come una provincia dell’impero, ma può considerare questo progetto nell’ottica di una strategia nazionale». Todde ha poi ricordato che è «un momento particolarmente felice per l’acciaio, i dati di Federacciai di ottobre, per otto mesi di produzione, registrano un 6% in più rispetto al 2019». «Da un punto di vista di politiche industriale del Paese – ha continuato – serve una voce di tutti per dire che se non si riesce ad avere una visione di medio lungo-periodo abbiamo perso un’opportunità». In merito al tema del piano siderurgico nazionale, secondo Todde «avere una strategia condivisa è importante non tanto perché bisogna rispondere alle singole vertenze, cosa fondamentale e importantissima, ma perché se non non si danno linee guida a quelle che sono le strategie di produzione nazionali si contrappongono interessi e modi di produrre e si rischia di essere poco competitivi come Paese perché si fa competizione in casa».

Re David (Cgil): rendere esplicito il piano industriale

«Per fortuna Terni ha preso una strada diversa da Taranto e Piombino, speriamo che finalmente sia reso esplicito un piano industriale che attende da tantissimo tempo» ha detto invece la segretaria generale Fiom Cgil, Francesca Re David. La quale è tornata a puntare l’attenzione sul (disperso) piano nazionale della siderurgia. «Con i sindacati nessuno lo ha discusso e neanche ci è stato vagamente presentato» ha detto. «Se ArcelorMittal, Terni, Piombino, nord-est e nord-ovest sono dentro questo piano – ha continuato Re David – non lo sappiamo, i lavoratori non lo sanno». Inoltre, secondo la segretaria Fiom, «il piano nazionale della siderurgia deve andare insieme al piano energetico, non si può parlare di innovazione se non si capisce come si ha l’energia elettrica con un certo costo, il gas e come si arriverà all’idrogeno nel futuro». «Spero che di questi temi – ha auspicato – qualcuno ne stia discutendo. Questo qualcuno non siamo noi a nessun livello». Sul fronte sindacale nazionale da registrare anche l’intervento di Valerio D’Alò, della Fim Cisl. «Su Terni – ha detto – abbiamo un’occasione diversa dagli altri siti. Abbiamo un industriale italiano che può dare una risposta importante».

Provenzano a Giorgetti: se c’è piano su siderurgia lo tiri fuori

Quello delle infrastrutture è un altro tema toccato più volte nel corso della giornata, che ha visto tra gli altri anche interventi di rappresentanti di Federacciai, Federmanager, europarlamentari e del responsabile delle relazioni esterne di Ast, Tullio Camiglieri. Poi le conclusioni della sessione mattutina nazionale sono state affidate al vicesegretario nazionale del Pd, Giuseppe Provenzano. «Noi abbiamo salutato con grandissimo favore la scelta di Arvedi» ha detto. «Speriamo – ha aggiunto – che porti presto un piano industriale di cui possiamo discutere. Noi vigileremo sul tema dell’integrità del gruppo, della tutela occupazionale, degli investimenti. Vogliamo farlo – ha concluso – perché qui non si sta giocando una battaglia in difesa, ma un’opportunità per l’intero Paese». E sul piano nazionale della siderurgia, l’affondo al ministro allo sviluppo economico Giorgetti. Se c’è lo tiri fuori da questo cassetto, se è solo una bozza discutiamone con i produttori, il sindacato e le comunità locali. Se non c’è questo piano, vogliamo contribuire a scriverlo». Nel pomeriggio, poi, la sessione – anche questa coordinata da Paolo Raffaelli – dedicata più nel dettaglio alla vicenda Ast, con gli interventi anche dei sindacati locali, durante la quale è emersa la vera novità di giornata, quella dell’apertura della procedura di valutazione del dossier. Ora non resta davvero che attendere, è questione di poco più di un mese.

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