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Home » Ast, Burelli: «Non è crisi strutturale»

Ast, Burelli: «Non è crisi strutturale»

di Fabio Toni
7 Febbraio 2020
in Apertura 5, Ast, In evidenza
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
Massimiliano Burelli

Massimiliano Burelli

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di F.L.

L’Ast «non è in crisi strutturale», visto che è stata «in grado di chiudere un annus horribilis, dal punto di vista commerciale e di mercato, con un sostanziale pareggio di bilancio», ma sta attraversando «una fase congiunturale contraddistinta da problematiche di mercato che vivono anche i suoi concorrenti». Quanto alla situazione di difficoltà più complessiva attraversata dal gruppo ThyssenKrupp, «dalla vendita di Elevator verranno creati i proventi per far crescere la business unit Materials», di cui Ast fa parte, considerata di nuovo «strategica». Inoltre «i 6 mila esuberi di cui si è parlato toccheranno l’Italia in maniera più che marginale, i grossi problemi sono altrove». Parole, queste, pronunciate dall’amministratore delegato dell’acciaieria ternana, Massimiliano Burelli, mercoledì pomeriggio davanti alla commissione attività produttive della Camera, dove è stato ascoltato in audizione informale. Audizione che ha fatto seguito a quella dei sindacati dei primi di gennaio.

UMBRIAON – TUTTO SU AST

Mercato incerto, marzo saturo solo per il 70%

Presieduta dalla deputata leghista Barbara Saltamartini – presenti tra gli altri anche i parlamentari umbri Raffaele Nevi (FI) e Virginio Caparvi (Lega) -, durante la seduta il manager ha snocciolato tutte le problematiche e i progetti che riguardano presente e futuro dell’acciaieria. Chiarendo, in risposta alle domande che gli sono state poste, anche la questione del continuo e preoccupante arrivo di bramme dell’Indonesia in viale Brin. «Il mercato è molto volatile, ad oggi (mercoledì) 5 febbraio, per il mese di marzo dobbiamo ancora riempire il 30% di ordini. Il portafoglio è dunque corto, diventa difficile capire l’evoluzione e il mix di produzione ci permette di rispondere alle esigenze dei clienti, imprescindibili dal nostro controllo». È «l’arrivo incontrollato del materiale asiatico», come noto, a mettere in difficoltà l’acciaio italiano ed europeo anche se – ha proseguito l’ad – gli interventi messi in atto dall’Unione europea, «sembrano iniziare ad avere degli effetti». «Ma tra l’azione e la reazione è trascorso un anno e mezzo» ha messo in guardia Burelli.

Produzione, obiettivo milione confermato

Per l’anno fiscale 2019/2020, sempre a detta dello stesso amministratore delegato, «ci sono le potenziali condizioni per raggiungere l’obiettivo del milione di tonnellate di produzione, rispetto alle 965 mila del 2018/2019, così come l’inceremento del 6% in quella di acciaio laminato a freddo». La cassa integrazione ordinaria avviata nel precedente esercizio, ha riguardato solo 20 giornate, con una media di 130 persone al giorno. In quello nuovo sono state invece 23 le giornate interessate. «Qualcosa di assolutamente ragionevole» è stato il commento di Burelli che, come riporta il portale specializzato Siderweb, si è poi soffermato su investimenti – 192 milioni totali – e sulle mancate promesse, contenute nel piano industriale 2014, di Governo e Regione sul fronte energivoro ed infrastrutturale. «Il costo delle bolletta energetica è per noi più importante di quello del lavoro – ha detto Burelli – vorremmo che ci fosse una politica energetica che ci permetta di avere un costo di produzione allineato con la concorrenza». Sulle infrastrutture «ci sono problematiche oggettive e note». Infine sul versante dell’impatto ambientale il progetto di recupero scorie è «perfettamente in linea con il cronoprogramma», a breve verrà costruito il capannone che ospiterà le attività ed entro l’anno – ha concluso il manager – «Ast sarà l’unica azienda ad avere raffreddamento e trattamento delle scorie al chiuso».

Il commento di Nevi

«È stata l’opportunità – le parole del deputato ternano di FI – per chiedere, all’amministratore delegato, alcuni chiarimenti importanti sul futuro dell’azienda sia a livello mondiale che in Umbria, visto e considerato che il sito ternano è l’unico che produce acciaio inox, anche alla luce delle dichiarazioni dell’amministratore di Thyssenkrupp mondo circa le sorti del gruppo stesso. Noi come Forza Italia abbiamo sempre mantenuto quel livello di attenzione e di ascolto per cercare di risolvere le problematiche che l’azienda si trova ad affrontare. Testimonianza ne è il riconoscimento che oggi lo stesso Burelli in audizione ha espresso nei confronti del presidente Antonio Tajani circa il suo impegno in sede europea per una normativa più severa sull’antidumping, così da difendere il made in Europa contro l’acciaio proveniente da Paesi terzi. Da parte nostra comunque continueremo a vigilare affinché sul sito ternano siano rispettati gli impegni presI».

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