Si stoppa di nuovo per uno scarico produttivo, nell’ultima parte del mese, parte della produzione di Acciai Speciali Terni: uno dei due forni dell’area a caldo dello stabilimento di viale Brin si è infatti fermato giovedì 23 gennaio alle 12 e riprenderà l’attività alle 6 del 31 gennaio.
Le linee del forno 4 e 5 – ha fatto sapere la direzione aziendale alle rsu – si alterneranno durante la fermata. Non è stato necessario attivare la cassa integrazione: il personale interessato può recarsi al lavoro o usufruire delle proprie ferie concordandole con il proprio responsabile.

Una situazione non rosea per lo stabilimento di viale Brin – ad un recente webinar di Siderweb il direttore commerciale di Ast, Mattia Sala, ha detto di prevedere un primo trimestre 2025 ancora caratterizzato da incertezza, con una graduale ripresa nella seconda metà dell’anno -, che intanto continua ad interrogarsi sul destino dell’accordo di programma, ancora incagliato sul nodo dei costi dell’energia, che l’azienda chiede alle istituzioni di risolvere. Sul punto interviene la Fismic Confsal di Terni, il cui direttivo provinciale si è riunito nella giornata di venerdì.
Diversi gli argomenti affrontati nella relazione del segretario generale, Giovacchino Olimpieri. «Destano forte preoccupazione – si legge in una nota – le conseguenze del ritardo, ormai triennale, della firma dell’Accordo di programma, che dovrebbe trovare la soluzione al caro energia che attualmernte Arvedi Acciai Speciali Terni sta subendo, rischiando di comprometterne la competitività del sito ternano, soprattutto dopo le ultimissime dichiarazioni dell’amministratore delegato». Nei giorni scorsi Dimitri Menecali ha spiegato infatti all’Ansa che «il perdurare di questa situazione di distorsione del mercato sta facendo perdere ordini ad Ast e può quindi mettere a rischio i livelli occupazionali».
La Fismic ricorda che «nell’incontro del 30 dicembre 2024 su proposta del ministro Urso, è stato definito un cronoprogramma per sciogliere i nodi sul piano tecnico riguardo allapprovvigionamento energetico, sulla base degli intendimenti della Regione Umbria, e in relazione alle risorse che saranno messe a disposizione da Mase e Mimit a supporto del piano industriale dell’azienda».
«Si era stabilito – continua la nota – che entro il 20 di gennaio si doveva svolgere il tavolo tecnico, al momento non si hanno notizie in merito, per definire il quadro delle agevolazioni a sostegno dell’investimento siderurgico nel rispetto delle regole europee. Ulteriore riunione doveva avvenire tra il Mimit, I’azienda, la Regione Umbria e il Comune di Terni, in relazione alla gara per la nuova concessione della centrale idroelettrica di Galleto che scadrà nel 2029 e su cui la Regione dovrà fornire i suoi intendimenti».
«Al termine di questi incontri e comunque entro il mese di febbraio – ricorda la Fismic – deve essere riconvocato il tavolo al ministero con tutti i soggetti per la sottoscrizione dellaccordo di programma. Auspichiamo che questi incontri segnino la fine di un percorso che è durato fin troppo e che questo lungo periodo di incertezza si concluda positivamente salvaguardando le produzioni ternane, strategiche per il sistema locale e nazionale. Come Fismic Confsal – conclude – faremo la nostra parte sollecitando chi rappresenta le istituzioni a qualunque livello di assumersi tutte le responsabilità e monitorando nel contempo che vengano salvaguardati i diritti occupazionali e salariali dei lavoratori».