Ast, i sindacati: «Segnali allarmanti»

Terni, le sigle chiedono incontro urgente all’amministratore delegato Burelli: «Produzione soffre. Manca una strategia chiara»

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«È necessario e urgente un confronto sulle prospettive produttive del sito ternano con l’amministratore delegato Burelli, con il quale si è già fissato un incontro per il 4 novembre». È quanto dichiarano Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm, Fismic e Ugl del ternano dopo la convocazione di venerdì da parte dalla direzione aziendale di Ast per comunicazioni su modifiche organizzative.

«Assenza di strategia chiara»

La direzione, oltre alla situazione di scarico sull’area acciaieria, evidenzia difficoltà e scarichi produttivi sulle linee a freddo e principalmente sulla linea del BA3, corrispondenti a circa l’80% delle produzioni dell’impianto stesso. «Tale criticità – secondo i sindacati – potrebbe essere la spia che può mettere in discussione le prospettive di sviluppo, i livelli occupazionali e produttivi del sito ternano. Come organizzazioni sindacali crediamo che le strategie commerciali messe in campo dalla direzione aziendale per salvaguardare Ast siano deboli e insufficienti per l’unica quota che ancora oggi ci garantiva il mantenimento e che la centralizzazione commerciale non ha prodotto quanto prospettato, anzi ha determinato lo stato di sofferenza attuale delle produzioni ternane». Le segreterie territoriali registrano «un’assenza di strategia chiara da parte della multinazionale che si ripercuote su Terni e che, insieme ad una gestione approssimativa, rischia di mettere in discussione la tenuta complessiva del sito produttivo». Per l’Usb «tutto ciò ci impone di non abbassare la guardia, affinché si evitino eventuali ristrutturazioni più o meno dichiarate; riteniamo inaccettabili i tentativi del management aziendale di forzare la mano su polivalenza e flessibilità, elementi emersi ieri e fuori dall’accordo sottoscritto al Mise, che andrebbero a peggiorare le condizioni di lavoro già di per se difficili».

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