Ast, Savit e non solo: «Un primo maggio di festa e di lotta»

Tante questioni aperte: dal Recovery alla cessione di Acciai Speciali Terni, dai licenziamenti alla Savit alle crisi territoriali. Ne parla il segretario della Fiom Rampiconi

Condividi questo articolo su

Il 1° maggio il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, sarà a Terni e da Acciai Speciali Terni farà il suo intervento in diretta sulle reti nazionali. «Per la Fiom di Terni – spiega Alessandro Rampiconi, segretario della Fiom Cgil di Terni – questa iniziativa rappresenta un momento importante e strategico. La pandemia ha cambiato tante cose e ha accelerato processi che probabilmente si sarebbero verificati dopo diversi anni. Emerge la necessità di utilizzare al meglio i fondi del Recovery attraverso il piano nazionale e regionale per la ripresa e la resilienza, ma questi per il momento rimangono documenti senza anima e senza il giusto coinvolgimento delle parti sociali».

Ast e siderurgia, tanti nodi

«Da tempo – ricorda Rampiconi – a livello nazionale abbiamo chiesto al Mise di aprire il dossier Ast nel momento in cui si è aperta ufficialmente la fase di vendita, ma non è arrivata ancora risposta, mentre del piano nazionale della siderurgia si sono perse le tracce». Il segretario generale della Fiom ternana ricorda che «il parlamento, attraverso un ordine del giorno al senato, ha chiamato il governo ad un impegno diretto su Ast, con la ‘Golden power’, ma anche in questo caso, al di là degli strumenti che possono essere utili, serve capire se lo Stato può esercitare un ruolo decisivo per determinare le scelte di fondo dell’azienda». Secondo la Fiom, invece, dividersi sulla nazionalità del ‘compratore’ è inutile e forse dannoso: «Serve un soggetto capace di stare sui mercati internazionali e garantire l’integrità del sito, i livelli produttivi, l’occupazione e il salario. Ci aspettavamo un bilancio di Ast fortemente negativo, ma è singolare che la metà dei 157 milioni di perdita dipendano dalla svalutazione degli impianti».

«Lavoratori Savit umiliati»

‘L’Italia si cura con il lavoro’ è lo slogan scelto per il primo maggio di quest’anno, «ma anche in questa provincia – continua Alessandro Rampiconi – spesso il lavoro è negato e umiliato. Per questo motivo abbiamo assunto la vertenza della Savit come una vertenza esemplare, che non guarda solo ai sei lavoratori licenziati, ma è emblematica di come funzionino le relazioni industriali e di come queste riescano o non riescano a garantire lavoro stabile e di qualità. È particolarmente odioso – aggiunge il segretario della Fiom – che un’azienda, soprattutto se a capitale pubblico, utilizzi per 20 anni dei lavoratori e poi li licenzi con una pacca sulla spalla, dicendogli: ‘tranquillo tratto io la tua nuova occupazione’. Ma in realtà lasciando quei lavoratori senza certezze, umiliando la loro esperienza, la professionalità e il salario».

Fra festa e lotta

L’obiettivo della Fiom, è invece «quello di difendere tutto questo, di garantire dignità e futuro a quei lavoratori. Perciò abbiamo spostato lo sciopero dal 3 al 10 maggio, per dare più tempo all’azienda di formulare una nuova e più dignitosa proposta. Come Fiom Cgil di Terni convocheremo il nostro massimo organismo dirigente, l’assemblea generale, davanti ai cancelli di Savit proprio il giorno dello sciopero e da li in poi ci sarà una escalation delle mobilitazioni. Per questi motivi, come sempre, per i metalmeccanici e le metalmeccaniche, sarà un primo maggio di festa e di lotta».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli