Banche a Terni, Intesa Sanpaolo chiude due sportelli

Dal 21 settembre addio alle filiali ex Carit di Borgo Bovio e via Mazzini. In Umbria se ne sono perse quasi 150 dal periodo pre-crisi

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di F.L.

È la banca più radicata nel territorio, dato che all’origine era la ‘storica’ Carit, poi trasformata in Casse di risparmio dell’Umbria, e infine confluita, nel 2016, in Intesa Sanpaolo. Ma il piano di ridimensionamento delle filiali in corso in tutta Italia da parte del gruppo bancario torinese non risparmia neanche gli sportelli di Terni, dove il 21 settembre chiuderanno i battenti due degli attuali 10 presenti in città.

L’istituto spiega

Le agenzie interessate sono quelle di via Donatori di Sangue, a Borgo Bovio, e di via Mazzini. Due chiusure che si aggiungono a quelle recenti del centro storico di Narni e di via Maestri del Lavoro, nella zona industriale di Sabbione. Una scelta dettata dall’esigenza di «ottimizzazione delle risorse, in linea con quanto avviene nel resto d’Italia, sulla base del piano industriale dell’istituto» spiegano dall’ufficio stampa di Intesa Sanpaolo, assicurando che «il supporto alla clientela continuerà comunque ad essere garantito, anche grazie ai servizi di Banca5, che permette di usufruire di numerose operazioni, a costo zero, nelle tabaccherie. In provincia di Terni sono esattamente 89, di cui 86 con abilitazione al prelievo fino a 150 euro». Quanto al personale, «non è previsto alcun esubero», e dunque verrà ricollocato in altre filiali e servizi.

Calo progressivo in tutta l’Umbria

Sta di fatto che – dopo le proteste nate a Narni – nel giro di pochi mesi la Banca dei territori (come è chiamata la divisione che rappresenta la rete commerciale del gruppo) nel ternano ha visto un ridimensionamento delle filiali di oltre un quarto (da 11 a 8), coinvolgendo anche un quartiere piuttosto popoloso come quello di Borgo Bovio, che rimarrà di fatto del tutto sprovvisto di un istituto di credito. Ma il calo progressivo degli sportelli riguarda in generale tutti i gruppi bancari e tutta l’Umbria, dove attualmente se ne registrano nel complesso circa 430, rispetto ai 570 del 2007. In altri termini si parla di uno sportello ogni 2.064 abitanti, un valore più basso rispetto alla media nazionale.

Ma aumenta il credito alle famiglie

«Il calo negli ultimi anni è stato evidente – commenta Luciano Marini, segretario regionale della Uilca -, laddove l’obiettivo dei gruppi bancari è quello di riorganizzarsi per puntare sui servizi online e comprimere i costi. Ecco che l’Umbria, un territorio relativamente marginale e con problemi economici evidenti, risente particolarmente di questo fenomeno». Segnali apparentemente di incoraggiamento arrivano almeno dai dati sull’accesso al credito: stando alle rilevazioni della Banca d’Italia, sempre in Umbria l’entità dei prestiti è cresciuta nell’ultimo anno del +2,8%, con un aumento più forte per quanto riguarda il credito al consumo rispetto ai mutui (5 volte di più). «Un dato che però – conclude Marini – non necessariamente va letto positivamente, perché potrebbe essere segnale di indebitamento da parte delle famiglie. Inoltre continua la stretta del credito per le piccole e medie imprese, per le quali i valori sono negativi, soprattutto in alcuni settori, come quello dell’edilizia».

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