Bonifica discarica Ast: «L’inversione ad U del Comune porta dubbi. E una sola risposta»

Terni – Cecconi (FdI) sul progetto ‘landfill mining’: «Dopo l’incontro a Roma l’assessore Aniello e Bandecchi hanno cambiato idea. Perché?»

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di Marco Celestino Cecconi
Coordinatore Fratelli d’Italia e consigliere comunale – Terni

I cittadini ternani hanno diritto alla chiarezza. È questo lo scopo dell’interrogazione di Fratelli d’Italia presentata al sindaco Bandecchi e al suo assessore all’ambiente Mascia Aniello, sulla questione dell’ex discarica Valle: un’area di proprietà delle acciaierie di viale Brin, utilizzata da decenni dal Comune, che ora invece rientrerà in possesso dell’AST per smaltire i rifiuti delle proprie lavorazioni. Prima, però, l’area ha assoluto bisogno di interventi di ‘bonifica’. E da sempre l’attuale proprietà delle acciaierie ternane ha indicato nella soluzione ‘landfill mining’ l’opzione migliore: un intervento complesso e costoso che sarà comunque l’azienda a finanziare, utile non solo alla riqualificazione ed alla messa in sicurezza del sito, ma anche a supportare – in prospettiva – nuove necessità di smaltimento legate ad auspicati incrementi della produzione.

Il punto è che la soluzione in questione è stata, sin dall’inizio, ripetutamente e pubblicamente osteggiata per mesi sia dal sindaco che dall’assessore Aniello. Poi, all’improvviso, l’inversione a U arrivata il 28 marzo scorso, in occasione di un incontro a Roma: quando è arrivato l’ok all’intervento di ‘landfill mining’ anche da parte del Comune di Terni. Una svolta che alimenta almeno due interrogativi. Primo: perché l’assessore Aniello aveva tentato fino a pochi giorni prima di bloccare il progetto, come risulta da una sua lettera indirizzata ad una serie di soggetti tra cui addirittura il Ministero dell’ambiente? E perché, così facendo, l’assessore Aniello ha continuato ad agire contro la volontà del consiglio comunale (che si era già espresso a favore del ‘landfill mining’) ed anche in contrasto con la posizione di altri suoi colleghi di giunta? Secondo: sindaco e assessore hanno tentato di sostenere che l’inversione di rotta si spiegherebbe con certe mirabolanti modifiche al progetto originario che sarebbero state apportate proprio da palazzo Spada, ma – considerato che non risulta per niente che le cose stiano così – quando sarebbero state avanzate queste proposte? E da chi sarebbero state tecnicamente studiate e formulate?

È una questione di onestà intellettuale: non tutti i ternani hanno l’anello al naso. Non a tutti si possono raccontare favole. Ecco perché, con la nostra interrogazione intendiamo, per esempio, conoscere chi siano i geniali consulenti del sindaco citati dall’assessore Aniello (i ‘suggeritori’ delle mirabolanti modifiche…); di quali competenze siano titolari; se siano stati ingaggiati dall’amministrazione comunale, in quale data, con quale atto, con quale oggetto contrattuale ed a fronte di quale eventuale compenso. E poi: attraverso quali atti sarebbero state formalmente avanzate, da parte del Comune di Terni, queste ipotetiche proposte emendative al progetto-AST di ‘landfill mining’ che, a detta dell’assessore Aniello (così come del sindaco Bandecchi), avrebbero miracolosamente migliorato la proposta originaria dell’azienda?

E ancora: se davvero erano in cantiere queste fantomatiche proposte di modifica, come si spiega allora che, pochi giorni prima dell’incontro al ministero, l’assessore Aniello continuava a scrivere che quel progetto andava cestinato? Noi conosciamo già la risposta: che ha a che fare con l’attitudine alla mistificazione, l’incoerenza politica, l’incapacità di governo. Ma è bene che tutti i ternani, attraverso il ‘caso esemplare’ della discarica-AST, possano distinguere il grano dal loglio.

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