Ordinanza di limitazione spostamenti tra Comuni revocata – c’è stato un confronto con il prefetto Claudio Sgaraglia – e lunga lettera per la pace indirizzata al collega Filippo Mario Stirati. Il primo cittadino di Gualdo Tadino, Massimiliano Presciutti, ha mandato una missiva al sindaco e al vescovo di Gubbio, don Luciano Paolucci Bedini dopo il caos generato dagli assembramenti fuori controllo nel giorno della Festa dei Ceri, annullata a causa del covid-19.
SPECIALE CORONAVIRUS – UMBRIAON

Le prese di posizioni e l’unità d’intenti
«Cari don Luciano e Filippo, vi chiamo – le prime righe della lettera – per nome perché così abbiamo sempre fatto, a riprova che i nostri rapporti personali e quelli fra le nuove comunità non solo sono saldi, ma sono sempre stati improntati ad un grande spirito di collaborazione. Ho deciso di scrivervi perché voglio che resti traccia del mio pensiero, del forte spirito umano prima che istituzionale che mi lega ad un territorio unico al mondo quale è il nostro. Sono stati giorni, settimane difficili per tutti noi, è inutile negarlo, giorni nei quali la tristezza e l’amarezza per non poter onorare nella maniera dovuta il patrono e predecessore Sant’Ubaldo si mescolava con la dovuta ed altrettanto necessaria volontà di affrontare una pandemia che purtroppo nel nostro paese ha fatto registrare più di 30 mila morti. Ciò che è accaduto lo scorso 15 maggio penso rattristi e lasci attoniti tutti, al mancato rispetto non solo delle norme dello Stato, ma anche delle ordinanze del sindaco si è aggiunto il mancato rispetto, da parte di alcuni, per la figura di Sant’Ubaldo, cosa che ferisce profondamente non solo gli eugubini».
LO ‘SCONTRO’ GUBBIO-GUALDO SULL’ORDINANZA

«Sulla vita mai divisioni»
«Ciò che è accaduto mi ha profondamente turbato. Le mie prese di posizione forti, i miei atti, non erano certo resi – puntualizza Presciutti – a riproporre antiche ed ormai sorpassate diatribe, alle quali francamente non ho minimamente pensato. L’unica cosa di cui mi sono fortemente preoccupato (e lo sono ancora), è stato ed è la tutela del dono più prezioso che ognuno di noi ha: la vita! Su questo tema credo convintamente che non possono mai e poi mai esistere divisioni, politiche, religiose, di campanile, sulla tutela della salute e quindi della vita. Non esistono appartenenze territoriali, partitiche, ideologiche, ma serve una grande unità d’intenti. Serve anche, mi permetto di dire con grande coraggio e la necessaria fermezza, non solo nell’individuare e punire in maniera esemplare i protagonisti degli atti più beceri e fuori da ogni grazia di Dio che tutti abbiamo potuto vedere, ma anche e soprattutto per non minimizzare o circoscrivere a poche decine di persone la responsabilità di ciò che è accaduto perché tutti sappiamo bene, per onestà intellettuale dobbiamo dircelo, che le cose non stanno così. Non fosse altro per le immagini ed i fotogrammi che stanno facendo purtroppo il giro del mondo in queste ore».

La riconciliazione: «Stima umana ed istituzionale»
Si arriva a messaggi più diretti: «Ed allora carissimo don Luciano, non posso che accogliere con favore il tuo invito alla riconciliazione, cosa per me molto facile visto che non ho mai rotto alcun tipo di rapporto con la comunità eugubina che, anzi, in queste ore mi ha dimostrato una vicinanza straordinaria quanto inaspettata, sommergendomi letteralmente di messaggi, telefonate, attestati di stima che ho molto apprezzato e che ricambio dal più profondo del cuore. Ed a te, carissimo Filippo, rinnovo non solo tutta la mia stima umana ed istituzionale, oltre ad esprimermi ancora una volta la mia piena solidarietà per quanto accaduto. Immagini, gesti ed atti che hanno ferito sicuramente la città di Gubbio ma, te lo posso garantire, l’intero territorio e la nostra regione nel suo compleanno. Oggi abbiamo tutti un nuovo grande fardello da portare sulle spalle, perché ciò che è accaduto rischia seriamente di diventare una potenziale bomba sanitaria ed allora spetta a noi, con grande coraggio ed altrettanta fermezza affrontarlo insieme, mettendo in campo tutto ciò che è necessario per tutelare la salute di tutti. Anche con scelte forti e perché no, impopolari, possiamo permetterci il lusso di tenere il piede su due stafe. Dobbiamo giustamente, come hai detto tu Filippo, decidere da che parte stare e noi sappiamo bene quale è».

La revoca dell’ordinanza e il saluto fraterno
«A conclusione, voglio condividere un ultimo pensiero. Questa pandemia – le parole del sindaco di Gualdo Tadino – ci ha insegnato una cosa, che prima vengono gli ultimi. Quelli che non ce le fanno, quelli che si rivolgono alle nostre caritas diocesane, sempre in aumento purtroppo; i nostri anziani che dobbiamo saper tutelare al meglio; i nostri carissimi amici diversamente abili ai quali oggi, più che mai, dobbiamo dare risposte importanti; i nostri bambini ed i nostri ragazzi, privati da tanto tempo della libertà di poter andare a scuola e vivere tutte quelle attività che quotidianamente svolgevano. Infine un pensiero speciale va ai nostri operatori sanitari, alle forze dell’ordine e ai parroci, a tutti quelli che in questi mesi durissimi non si sono tirati indietro per garantire a tutti noi servizi efficienti e vicinanza. Carissimo don Luciano, carissimo Filippo, spero vivamente che chi di dovere prenda tutti i provvedimenti necessari per tutelare la salute di tutti i cittadini, che si metta in atto da subito e non domani tutto ciò che serve per prevenire i possibili effetti di quella che potrebbe diventare, voglio ribadirlo, una vera e propria bomba sanitaria per tutto il territorio. In quest’ottica, dopo un lungo e approfondito confronto con la prefettura e nello spirito che mi ha sempre guidato di una forte collaborazione istituzionale, ho provveduto a revocare l’ordinanza che tanto ha fatto discutere. Ciò impone, voglio ribadirlo con forza, che chi di dovere prenda al più presto, prima che sia troppo tardi, tutti i provvedimenti necessari. Anche quelli più duri ed impopolari per tutelare la salute dei cittadini. Spero vivamente vogliate apprezzare questa mia scelta, non vi nego sofferta, resa non a fare marcia indietro sul tema più caro per tutti noi, la tutela della salute, ma anzi a rilanciare con ancora più forza e decisione quello spirito unitario che dovrà contraddistinguere il nostro lavoro e non solo il nostro, da qui in avanti. Vi abbraccio e vi saluto fraternamente».
Stirati: «Individuati in gran parte i responsabili»
Aggiornamento anche da parte di Stirati: «Si informa che le forze dell’ordine, in collaborazione con la nostra polizia Municipale, stanno svolgendo una intensa fase istruttoria a seguito dell’indagine relativa ai fatti incresciosi che si sono verificati ieri nella nostra città. Sono stati già individuati in gran parte i responsabili delle violazioni delle disposizioni in materia di contenimento del contagio da coronavirus per i quali scatteranno le conseguenti misure di ordine amministrativo e sanitario. Sono altresì al vaglio i profili di responsabilità di coloro che, oltre alle violazioni relative alle disposizioni anti-covid, hanno posto in essere delle azioni configurabili come reati nei confronti di un agente della polizia Municipale».
La nota della prefettura
In giornata si è esposta anche la prefettura di Perugia sull’atto firmato da Presciutti sabato: «Nel prendere atto dell’ordinanza n. 67 del 16 maggio 2020, adottata dal sindaco di Gualdo Tadino, di revoca della precedente ordinanza n. 66 del 16 maggio 2020, avente ad oggetto ‘ingresso dei cittadini residenti nel Comune di Gubbio nel territorio Comunale di Gualdo Tadino e dei residenti nel Comune di Gualdo Tadino nel territorio comunale di Gubbio’, evidenzia che ai sensi dell’art. 3, comma 2, del Decreto Legge 25 marzo 2020, n. 19, recante ‘misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da covid-19’, i sindaci non possono adottare, a pena di inefficacia, ordinanze contingibili e urgenti dirette a fronteggiare l’emergenza in contrasto con le misure statali, né eccedendo i limiti di oggetto di cui al comma 1». Motivazione tecnica.