Caritas di Terni: «Nuove povertà a causa del Covid»

L’emergenza oltre che sanitaria, sta diventando sempre più sociale. Con l’associazione San Martino c’è il progetto ‘Noi non ci fermiamo’ finanziato dalla fondazione Carit

Condividi questo articolo su

 

La Caritas diocesana di Terni Narni Amelia e l’associazione di volontariato San Martino attraverso il progetto ‘Noi non ci fermiamo’, finanziato dalla fondazione Carit e cofinanziato dalla diocesi di Terni-Narni-Amelia, intende realizzare servizi di sostegno e aiuto a singoli e nuclei familiari con necessità di supporto economico, con esigenze materiali di tipo alimentare, igienico, abitativo, di orientamento ai servizi del territorio e supporto psicologico.

Il progetto

A tal fine il progetto, che si concluderà a fine ottobre, prevede la distribuzione di mascherine monouso e guanti alle persone che si rivolgono alle opere segno della Caritas che la San Martino gestisce e sono: la mensa San Valentino, la casa Parrabbi, il centro di ascolto e l’Emporio della solidarietà’ a Terni; il potenziamento del servizio del numero verde gratuito per l’ascolto a distanza (informazioni e orientamento ai servizi, ai sussidi e sostegni economici offerti sul territorio per l’emergenza, nonché ascolto morale e psicologico per affrontare nel migliore dei modi l’isolamento nelle proprie abitazioni); il supporto per sostenere le richieste economiche dei cittadini che stanno vivendo con disagio l’attuale momento di emergenza senza precedenti; il supporto per ampliamento della platea dei fruitori dell’emporio alimentare e l’ampliamento della rete dei donatori e dei benefattori.

Nuove povertà

Oltre alle povertà già censite, in questo tempo, è emerso il bisogno di accogliere e far fronte alle nuove problematiche inattese rilevate a causa dell’emergenza covid-19 in cui si sono imbattuti nuclei familiari con situazioni già precarie che sono precipitate drasticamente; tuttavia anche famiglie che precedentemente percepivano un reddito, riuscendo a sopperire alle proprie esigenze in modo autonomo, in questo momento si sono trovate costrette a chiedere un sostegno ai nostri centri di ascolto. Si sono aggiunte altresì nuove categorie di persone fragili e vulnerabili a causa maggiormente della perdita o della sospensione del lavoro durante l’attuale emergenza sanitaria. Si registra inoltre un aumento nelle segnalazioni dei problemi di occupazione/lavoro, di quelli economici, di un incremento dei problemi familiari, di salute, anche in termini di disagio psicologico e psichico, e in termini abitativi. Emergono poi anche nuovi bisogni, come quelli legati a problemi di solitudine, relazionali, anche con risvolti conflittuali, ansie e paure, disorientamento e disinformazione. Allo stesso tempo, si registra un aumento rispetto alle richieste di beni e servizi materiali, in particolare cibo e beni di prima necessità, con una maggiore domanda di pasti, sussidi e aiuti economici, supporto nella spesa o nel pagamento di bollette e affitti, sostegno socio-assistenziale, lavoro e alloggio. Il progetto vuole avere un’impronta socio-pastorale, creando una sinergia tra parrocchie, realtà urbane e del terzo settore, per aumentare il sostegno psicologico e morale alle persone e alle famiglie a rischio di grave emarginazione e supportare l’inclusione sociale tramite l’attivazione della rete locale.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli