«A Castelluccio non ci sarà nessun centro commerciale». Ha organizzato una conferenza stampa la presidente Catiuscia Marini per ribadire come sarà il progetto di delocalizzazione delle attività commerciali a Castelluccio di Norcia, dopo che, nelle ultime ore, è stato un susseguirsi di polemiche social e interrogazioni, a tutti i livelli, da parte di varie forze politiche.
La presentazione Così, giovedì mattina, a palazzo Donini, assieme al vicepresidente del consiglio regionale Fausto Paparelli e al sindaco di Norcia Nicola Alemanno, ha chiamato a raccolta i giornalisti per spiegare, nel dettaglio, che a Castelluccio non sorgerà alcun centro commerciale. Anzi, tutt’altro, la struttura avrà una sostenibilità ambientale di particolare valore dal momento che la struttura temporanea che ospiterà dieci ristoranti, bar e alcune attività di prodotti tipici, sorgerà su una ex cava dismessa poco prima dell’abitato ormai distrutto dal sisma.
La struttura Sarà costruita «nel pieno rispetto dell’ambiente» e a realizzarla sarà l’architetto Francesco Cellini, docente di Progettazione architettonica nella facoltà di Architettura di Roma Tre e profondo conoscitore del territorio, che costruirà una «struttura nel pieno rispetto dell’ambiente e temporanea» come ha sottolineato in una nota la stessa Nestlé-Perugina che ha promosso l’iniziativa insieme al ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali e alla Regione Umbria. «Una struttura CHE verrà eliminata quando la situazione del territorio si sarà stabilizzata». L’iniziativa in concreto prevede la realizzazione di un ‘villaggio temporaneo’, che permetterà alle imprese agricole, zootecniche, commerciali e turistiche della zona, e solo a loro, di mantenere vive le attività che costituiscono la base dell’economia e del tessuto sociale dell’area. «I piccoli produttori e commercianti locali potranno così continuare la propria attività in attesa della ricostruzione. Il progetto è stato condiviso e approvato da tutte le istituzioni interessate, tra cui il Parco Nazionale dei Monti Sibillini».
Il parco A confermare la bontà del progetto anche il presidente dell’ente Parco dei Sibillini, Oliviero Olivieri. «La struttura che si vuole realizzare innanzitutto non sarà sul Pian Grande ma ai bordi del paesino e poi, ancora più importante, avrà carattere provvisorio. Ed è ben inserita – ha aggiunto – da un punto di vista ambientale, come deve essere quando si parla di patrimoni di bellezza mondiali come Castelluccio».
Il progetto Si tratta di un progetto temporaneo quasi interamente finanziato dalla Protezione Civile, con il contributo della Nestle’-Perugina, come ha spiegato la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, durante la conferenza convocata per illustrare nel dettaglio il progetto. La scelta di una ‘riqualificazione ambientale per le ex cave di Castelluccio è stata l’alternativa all’installazione di 26 container per ospitare le attività economiche ferme dal 26 ottobre, che hanno urgenza di ripartire. «Il nostro primo obiettivo è stato, e resta – ha proseguito Marini – , quello di riportare i cittadini nei loro luoghi, a partire dalle attività economiche che rappresentano il segno della continuità della vita di comunità. Anche perché, sin dall’indomani degli eventi sismici, in Umbria abbiamo voluto porre come prioritaria la questione del lavoro e della ripresa economica,elementi che insieme alle scuole, sono il presupposto della ripresa e della rinascita».
Bufala «La bufala giornalistica ci serve come occasione per spiegare cosa si sta facendo a Castelluccio», ha esordito Fabio Paparelli, assessore regionale allo Sviluppo Economico, chiarendo che «non si tratta di centri commerciali di nessuna natura ma si sta parlando di delocalizzazione delle attività produttive che non sono in grado di operare, affinché possano continuare a lavorare in strutture temporanee finche’ non saranno ricostruite quelle originarie, secondo le norme del decreto terremoto».
Tutti i no del progetto «Non sarà un centro commerciale, non ci sarà cemento, non sorgerà alcuna struttura sul Pian grande, non sarà permanente». In attesa di scoprire il progetto, che verrà illustrato ufficialmente il prossimo 28 luglio all’interno dell’ex cava dismessa a Castelluccio, intanto quello che è certo è che la struttura ospiterà un bar, ristoranti e i tre caseifici del borgo. Il tutto ‘condiviso’ e partecipato con la comunità del luogo. «Rispetto ad altre delocalizzazioni – ha proseguito Paparelli – il progetto richiederà qualche settimana in più, ma risponde all’esigenza di far riprendere queste attività quanto prima».
I materiali Niente cemento, per la costruzione del centro dove verranno delocalizzate le attività economiche di Castelluccio verranno utilizzati solo legno e acciaio, ma anche canapa, assemblati a secco per permettere la realizzazione di tre strutture leggere con una piazzetta all’interno. Il progetto è stato illustrato da Paolo Verducci, architetto e docente all’Università di Perugia, in rappresentanza dei progettisti. «L’alternativa – ha spiegato, per smorzare le polemiche dei giorni scorsi – era l’installazione di 26 container mentre si è preferito un progetto superiore a livello ambientale». Questo si inserisce in un programma di interventi volti al risanamento dell’ex cava, che riguarda la delocalizzazione di 11 attività ma ha anche l’obiettivo di riqualificare la zona, con l’obiettivo paesaggistico più ampio di bonifica del sito. Le strutture saranno leggermente incassate, con un doppio affaccio interno ed esterno per migliorare la vista dei ristoranti ed avranno in copertura il prato verde di Castelluccio. «Non è che se una cosa è temporanea – ha concluso – significa che bisogna costruirla male».
Miglioramento paesaggistico Illustrando il progetto Paolo Verducci ha innanzitutto specificato che «sia l’organizzazione planivolumetrica che l’impostazione tipo morfologica, oltre ai materiali utilizzati (prato per i tetti e materiali a basso impatto ambientale per tutte le opere di sistemazione e strutture portanti), sono state organizzate in una logica di rinaturalizzazione del sito e di miglioramento paesaggistico dei prospetti rivolti verso Pian Grande. Oltre alla ricerca sui materiali, l’impatto visivo dei prospetti è stato contenuto attraverso un attento lavoro in sezione, incassando i due corpi di fabbrica per adeguarli alle linee del terreno». Inoltre, ha aggiunto Verducci, il progetto si propone anche una notevole riduzione delle emissioni C02 «attraverso l’ottimale utilizzo dell’energia da fonte solare, la riduzione dell’impatto dei venti, l’utilizzo di materiali ad alto isolamento termico».
Verità e polemiche L’obiettivo della Regione, una volta spente definitivamente le polemiche, è rendere il centro pienamente operativo per la prossima primavera: «Il progetto ha già ricevuto i pareri – ha spiegato la presidente Catiuscia Marini – dopo Ferragosto partirà la prima delle due gare». Intanto, in attesa che arrivi la struttura per ospitare bar e ristoranti, alcuni operatori stanno utilizzando per le loro attività una tensostruttura. «Spiace constatare – ha aggiunto il sindaco Alemanno– che ogni volta che si parla di Castelluccio scatta la polemica se si è fatto o non si è fatto qualcosa. Di qui in avanti ci troveremo spesso a gestire situazioni come questa, quindi rivolgo un appello ai giornalisti affinché ci aiutino a diffondere le notizie nel modo corretto». Questo perché, come ha ribadito il primo cittadino, «nessuna di queste è una scelta politica, ma necessità. Non abbiamo agito di fretta anzi, piuttosto, siamo in ritardo. Il progetto però è stato condiviso da tutta la comunità, è cresciuto insieme».