Alla fine della partita mancavano solo i minuti di recupero, quando – dopo aver colpito al volto un giocatore avversario a gioco fermo – è stato espulso dall’arbitro. Al rientro verso gli spogliatoi, è stato bersagliato dagli spettatori fra fischi e insulti, e ha reagito. Cercando di scavalcare la recinzione per arrivare fino agli spalti e farsi giustizia: solo grazie ad alcuni compagni di squadra, che lo hanno bloccato, la situazione non è degenerata.
Anche all’interno degli spogliatoi, però, il calciatore ha continuato a tenere una condotta aggressiva, avvicinando nuovamente l’avversario e colpendolo al volto con un pugno, facendolo cadere a terra. A questo punto il clima di tensione, in campo e sugli spalti, è salito al punto che l’arbitro, ritenendo non ci fossero più le condizioni per proseguire il match, ne ha decretato l’immediata sospensione (il giudice sportivo ha poi decretato che la gara non doveva essere interrotta, disponendo che venisse rigiocata, ndR).
I fatti sono accaduti un paio di settimane fa durante il match di calcio di seconda categoria umbra fra Virtus Foligno e Viole Calcio. Per il calciatore in questione, 29enne militante nel Viole Calcio e già noto per rissa aggravata, reati contro il patrimonio e in materia di stupefacenti, non è scattata solo la squalifica. Perché la polizia di Stato di Foligno si è occupata del caso e, a seguito della denuncia per il reato di percosse, il questore di Perugia Dario Sallustio ha emesso nei suoi confronti la misura del Daspo per otto anni.
Alcuni anni fa lo stesso calciatore si era reso protagonista di un fatto analogo su un altro campo di calcio della provincia di Perugia e in quel caso era stato raggiunto da un Daspo di tre anni.