«Come perdere ad Assisi in sette mosse»

Lettera di un lettore di centrodestra fortemente deluso per l’esito elettorale che ha visto la sconfitta di Marco Cosimetti

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lettera firmata

Caro direttore, le scrivo da uomo di centrodestra per commentare il recentissimo risultato delle elezioni comunali 2021 di Assisi che hanno visto una schiacciante vittoria della sindaca uscente, Stefania Proietti, sostenuta da (ciò che resta del) PD e (dei) 5 Stelle – ed, evidentemente, dalla ‘Chiesa’ in senso lato – cui fa da contraltare una cocente sconfitta del ‘golden boy’ – ma forse era placcato oro, di certo non oro 24 karati – Marco Cosimetti, paladino, stavolta, di tutto il centrodestra unito (oppure rotto e incollato nei suoi vari pezzi…). Le ragioni della vittoria non mi interessano, mentre credo di poter ben riassumere quelle della sconfitta in 7 mosse che, come in una partita di scacchi, hanno fatto andare la Proietti in ‘scacco matto’.

  1. Cooptazione dall’alto dell’homo berlusconianus, del self made man, di colui che si è saputo fare ‘da solo’; è un’idea vieta, stantia, fuori tempo massimo, frutto solo della assenza di cavalli di razza all’interno degli schieramenti partitici di centrodestra che non sanno o non vogliono rinnovare – migliorandola – la propria ‘razza politica’, che era, è e resta, ad Assisi, salvo sparute eccezioni, di livello medio basso (tendente al basso);
  2. Insufficiente distinzione programmatica rispetto all’avversario, che pure parla di transizione ecologica (magari evitando di parlare della pedalata assistita come mezzo del futuro, che può piacere solo ai ciclisti non più in erba), di turismo lento o enogastronomico (ok, la cipolla sta a Cannara e il sellero nero a Trevi) e di rinnovamento culturale ma, nel frattempo, ha evitato di portare nomi altisonanti e fuori luogo per Assisi come quello di un Vittorio Sgarbi che non ha aggiunto, mi si creda sulla parola, un voto che sia stato uno al risultato elettorale (ma in compenso avrà preteso un cachet sicuramente di favore – suo).
  3. Scarso senso di squadra, come si è potuto notare dalla insufficiente valorizzazione, da parte dell’ingegner Cosimetti, della propria lista civica (forse per non indispettire i partiti? Eppure il risultato l’ha fatto lo stesso!), menzionata poco e male nei dibattiti e negli incontri, del tutto assente dalla cartellonistica elettorale finale, dove invece campeggiava il faccione di Cosimetti: quella accentratrice poi era la Proietti… che con 2 liste civiche giustamente promosse però ha fatto il 25%…
  4. Mancanza di una comunicazione efficiente circa le proprie eventuali capacità ‘politiche’, perché una cosa è essere un bravo imprenditore, nuovo alla politica, altra cosa è essere un politico ‘in erba’, capace di costruire reti e relazioni politiche, non commerciali; il che lo si fa ascoltando non solo ‘quelli che contano’, ma anche quelli che il macchinone non ce l’hanno, poiché votano/portano voti anche loro.
  5. Assenza totale di una chiara connotazione cattolica, dichiarata a parole (sono sposato, ho figli, sono una brava persona, ho fatto la prima Comunione di bianco vestito etc.) ma poi non suffragata dai comportamenti di chi ‘in Chiesa’ non ci va, così mi risulta, nemmeno alla domenica: siamo ad Assisi, i cattolici, specie quelli non cattocomunisti, vogliono, se non contare, almeno riconoscersi in una persona che loro somigli almeno ‘di profilo’; non basta un abito blu ed un bel paio di scarpe, e non giova l’appartenenza ad una destra che, a livello nazionale, si arma di separati e divorziati per difendere il sacramento dell’unione coniugale, mentre, giustamente, combatte il ‘gender’ e simili realtà su cui la Proietti deve – e forse manco più – tacere.
  6. Non si deve festeggiare mai, e sottolineo mai, prima della vittoria, né permettere alla propria squadra di farlo, perché i trionfalismi ad urne aperte non giovano, aprendo, peraltro, non solo allo sfottò – meritato fino ad un certo punto – ma a logiche dispersive del voto (del tipo ‘non vado tanto vince lo stesso anche senza di me’, oppure ‘io me ne vado al mare’, anche se, per tale ultima ipotesi, ad ottobre l’acqua è troppo fredda per essere una plausibile giustificazione ad un disastro del Titanic come questo della premiata Ditta Cosimetti & co.).
  7. Ultima mossa, la peggiore, la più fastidiosa per chi scrive ed insieme la più presuntuosa e spericolata; non si ringrazia pubblicamente al comizio di chiusura il ‘compassato’ Giorgio Bartolini, che già 5 anni prima aveva dato il proprio fondamentale contributo alla elezione della Proietti. Ad Assisi si continuano a preferire le Confraternite, con buona pace della vicina Perugia che ne è ricca e che si danna e si dannerà ancora e ancora per non riuscire a permeare sufficientemente ed a viso scoperto nella Città Serafica.

Adesso il centrodestra (o ciò che ne rimane) si cosparga il capo di cenere e vesta il sacco del perdono ‘elettorale’, perché riconoscere almeno la propria sconfitta (e parlo anche di quella dei capibastone dei partitoni di destrona) è un atto di umiltà, gradito agli uomini, gradito a Dio.

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