La mozione si chiama ‘Casa Democratica’ e, in competizione con ‘Passione Democratica’ – a livello regionale e in quelli provinciali di Perugia e Terni – schiera il ‘tridente’ composto da Carlo Emanuele Trappolino (segreteria regionale, l’altro candidato è Sandro Pasquali), Pierluigi Spinelli (federazione provinciale di Terni, contro Damiano Bernardini) e Leopoldo Di Girolamo (unione comunale di Terni, candidato unico). Mercoledì mattina, con la stagione dei congressi Dem che ha preso il via, sono state presentate le tre candidature nella sede di via Mazzini. Idee, progetti e pure diversi sassolini, soprattutto dal più ‘esperto’ – Di Girolamo – che si è mostrato battagliero e senza peli sulla lingua. D’altronde parecchie ne ha attraversate e, al di là di ogni giudizio politico, ne è sempre uscito bene. I tre candidati sono stati introdotti da Maria Elisabetta Mascio, alla presenza del coordinatore umbro della mozione, il consigliere regionale Stefano Lisci.
«Ricostruendo Terni – ha esordito Trappolino, orvietano e con un passato da parlamentare – possiamo dare una prospettiva anche ad altre realtà importanti, come la ‘mia’ Orvieto o Amelia dove è stata combattuta una battaglia difficilissima. Anzi, colgo l’occasione per ringraziare il segretario provinciale uscente (l’amerino Fabrizio Bellini, ndR) che ha guidato la federazione fra mille difficoltà e poca solidarietà. Qualche mese fa, attraverso la stampa, abbiamo appreso che le candidature per il ‘nuovo’ Pd erano state già tutte decise, peraltro senza un confronto interno. Così abbiamo deciso di costruire un percorso e se siamo qui, oggi, vuol dire che la mozione ‘Casa Democratica’ un primo risultato lo ha già centrato».
«Chi ha guidato il Pd umbro finora – ha proseguito Carlo Emanuele Trappolino – lo ha portato a riconquistare la Regione e città importanti grazie a scelte positive. Noi sosteniamo appieno quanto fatto sul piano elettorale, ma ora è giunto il momento di costruire una dirigenza ed un partito autonomi dai livelli istituzionali, perché la sfida adesso è il Governo nazionale. I sindaci è bene che facciano i sindaci, compito a cui sono stati chiamati dalle loro comunità. E i segretari di partito facciano i segretari di partito. La nostra mozione non è ‘contro’ qualcuno, ma è ‘per’ il Pd. Per un partito e una regione che siano sempre più aperti verso l’esterno, oltre i confini regionali, consapevoli delle differenze e delle tante comunità presenti in Umbria ma che si riconoscano in un progetto unitario. Non siamo qui per sfornare candidature per le prossime elezioni politiche, ma per selezionare e rinnovare in maniera trasparente le nostre classi dirigenti. Partendo dall’eredità fondamentale rappresentata dalla nostra storia, fatta anche di momenti drammatici ma da cui gli uomini e le donne del Pd, come Leopoldo Di Girolamo, sono usciti a testa alta».
Pierluigi Spinelli ha ripercorso, per sommi capi, gli ultimi quattro anni del Pd ternano: «Usciti dalle drammatiche vicende, anche giudiziarie, che hanno sancito l’onestà di chi era stato messo in discussione, possiamo dire che il Pd è di nuovo un punto di riferimento per le nostre comunità. Sì abbiamo perso le comunali a Terni, ed è stata una sconfitta per tutto il ‘campo largo’ di fronte al fenomeno-Bandecchi. Con cui, a differenza del centrodestra che peraltro non ha mai visto i frutti di queste intese, mai abbiamo sottoscritto accordi più e meno opportunistici. Oggi sul territorio provinciale siamo di gran lunga il primo partito davanti a FdI e dobbiamo ripartire da ciò. Il ‘patto avanti’ va replicato, costruendo un partito autonomo dai livelli istituzionali. E puntando di più sulle primarie, perché discutere prima, confrontarsi, spegne le divisioni quando si tratta di andare al voto».
Leopoldo Di Girolamo, candidato unico alla segreteria comunale, è quello che ha più ‘sassi’ da togliersi. «Sono un po’ arrugginito», esordisce scherzando. Poi entra nel vivo: «Dobbiamo uscire da una visione asfittica, anche di territorio, che come Pd vede poteri e rappresentanze concentrati fra Perugia e l’area del Trasimeno. La presidente del consiglio regionale (Sarah Bistocchi, ndR) è di Perugia, il vice presidente della Regione e segretario regionale uscente del partito (Tommaso Bori, ndR) idem, il capogruppo del Pd in Regione (Cristian Betti, ndR) è di Corciano, il prossimo segretario regionale del Pd potrebbe essere del Trasimeno (Sandro Pasquali, ndR). Mai ho visto una concentrazione di rappresentanze e potere in un gruppo così piccolo. Quando Rita Lorenzetti era al governo della Regione, il presidente del consiglio regionale era Carlo Liviantoni. Quando c’era Catiuscia Marini, quel ruolo era svolto da Eros Brega. C’era un equilibrio che si è perso».
E poi: «Ad un componente ternano della segreteria regionale che ha detto che noi siamo ‘perdenti’ e loro ‘vincenti’, rispondo che io ho sempre vinto quando mi sono candidato. Due volte alla guida del Pds di Terni, due per i Ds territoriali, una volta per il partito provinciale, sono stato il primo eletto in consiglio comunale nel 1999 con la sindacatura Raffaelli e due volte sono stato eletto sindaco di Terni contro avversari di tutto rispetto. Inoltre stato eletto in parlamento con il Mattarellum. Credo basti». Infine, a Damiano Bernardini, Di Girolamo risponde che «è irrituale che un candidato intervenga su un altro che ha un ruolo diverso dal suo. Al di là che ringrazio lui e chi lo sostiene per aver deciso di non presentare una candidatura alternativa alla mia per non spaccare il partito, ci tengo a precisare che la mia lista contiene la larghissima maggioranza del Pd di Terni: due consiglieri regionali, tutti i segretari di circolo, tutti i nostri eletti in consiglio comunale. I numeri dicono molto, se non tutto».