Covid-19: «Impiegati comunali, grazie»

Terni, lettera di Monia Santini: «Smart working e sovraccarico lavorativo, si sono dati da fare con tutti i mezzi a disposizione»

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di Monia Santini

Monia Santini

A piccoli e cauti, quanto timorosi passi, ci stiamo avviando noi tutti verso un post emergenza, sempre con il terrore nel cuore che l’emergenza torni a travolgerci con tutte le sue conseguenze. È proprio in questo clima di lenta ripresa che sento il dovere prima di ogni altra cosa di cittadina, poi di persona e davvero in ultima istanza di appartenente alla pubblica amministrazione di questa nostra sofferente città, di fare un ringraziamento, un ringraziamento che non poteva rimanere nelle quattro mura di una stanza o relegato su un display di telefono, anche perché il mio ringraziamento oggettivamente non avrebbe potuto raggiungere tutti, e sottolineo tutti coloro che vorrei ringraziare.

Il mio ringraziamento doveroso va a tutti quegli impiegati comunali e ai loro responsabili che in questi lunghissimi giorni di quarantena e disagio, in questo lunghissimo periodo di difficoltà oggettiva anche nel tirare avanti le più piccole operazioni che un’amministrazione comunale è tenuta ad assicurare, con assoluto spirito di collaborazione abnegazione e, perché no, solidarietà civile, si sono dati da fare con tutti i loro mezzi a disposizione, lavorando sì da casa – perché ‘certo – penserete – è il loro lavoro quindi il loro dovere -, con quella ormai famosissima modalità che chiamiamo riempiendoci la bocca smartworking – che immediatamente fa pensare al lavoratore sdraiato a casa, rilassato con tazza di caffè fumante in mano.

Questa modalità per i più assolutamente nuova che li ha costretti in poco tempo anzi meno a confrontarsi con mezzi perlopiù sconosciuti e a volte poco funzionanti, che li ha impegnati ore ed ore al giorno, in sovraccarico lavorativo, fino a tarda sera affaccendati magari per riuscire a risolvere un problema o per fornire un documento necessario a qualcuno e – parlo per esperienza personale -.

Il lavoro vero, il lavoro sudato, il lavoro sofferto, la maggior parte delle volte non grida in prima pagina, non appare sui social né sui media, perché il lavoro quello vero fatto con il cuore e con il senso di dovere civile abita nel sottobosco dell’opinione pubblica, anzi, spesso e volentieri viene frainteso e vilipeso. Però in questa occasione non può non essere lodato, e a questa lode stavolta voglio dare voce io personalmente, perché ci tengo che questo ringraziamento mio personale venga recepito con il cuore da tutti e aiuti tutti a capire che pur nell’enorme difficoltà di quella che era già la nostra normalità e a maggior ragione nell’emergenza, all’interno di questa amministrazione comunale spesso criticata, c’è un grande cuore che batte forte e lavora ogni giorno alacremente per darci il meglio possibile.

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