Covid: «Trasporto scolastico a pieno carico, in 32 su un pulmino»

Terni – La protesta della mamma di una studentessa che usufruisce del servizio: «Troppi rischi, perché un diverso trattamento?»

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di F.L.

«L’ordinanza della presidente della Regione Tesei ha ridotto al 60% la capienza dei mezzi del trasporto pubblico, invece sul trasporto scolastico non si è intervenuti minimamente e alcuni pulmini continuano a viaggiare a pieno carico. Quello che mi chiedo è: i nostri ragazzi sono di serie B?». A parlare è la mamma di una studentessa di una scuola media di Terni, utente del servizio di trasporto affidato dal Comune alla cooperativa Cmt e rivolto a tutti gli alunni della scuola dell’infanzia statale e comunale, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado residenti in zone non coperte dal trasporto pubblico di linea. Trentadue – stando al racconto della donna – i bambini e i ragazzi di varia età che ogni mattina usufruiscono contemporaneamente dello stesso mezzo utilizzato dalla figlia, con evidenti rischi nella circolazione del Covid-19.

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La vicenda

«Poiché il tragitto tra casa e scuola rientra nel limite stabilito dalla normativa di 15 minuti – spiega la mamma -, il pulmino può viaggiare a pieno carico. Ma io lo trovo assurdo, considerando tra l’altro che la durata del viaggio è opinabile, visto che la strada che deve percorrere ogni mattina non è lineare come tante altre. Ci hanno detto che altri mezzi da utilizzare per il trasporto non ce ne sono, ma sullo stesso pulmino sono costretti a viaggiare alunni di elementari e medie di tre scuole diverse, senza alcun controllo, che non spetta all’autista. Perché questa disparità di trattamento rispetto al trasporto pubblico, che copre le scuole superiori? Anche chi frequenta la scuola dell’obbligo deve essere tutelato». Pur pagando il servizio – che è di competenza del Comune di Terni e non della Regione -, visto l’aggravarsi generale dell’andamento del contagio, la scelta della donna, almeno negli ultimi giorni, è stata quella di accompagnare a scuola la figlia in auto, nella speranza che nel frattempo possano essere apportate modifiche al trasporto. Interlocuzioni tra i vari soggetti coinvolti sono in corso, nel segno della collaborazione reciproca, intanto però la vicenda è il segnale di una questione lasciata al momento irrisolta e che – dice ancora la diretta interessata – dimostra «una evidente disparità di trattamento». 

 

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