Covid Umbria: «Chi ha deciso stop tamponi a contatti diretti?»

Bori e Paparelli (Pd) attaccano: «Evitare un ulteriore pericoloso diffondersi del contagio». Scatta l’interrogazione

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Un’interrogazione per chiedere all’esecutivo se «l’iniziativa di sospendere i tamponi ai contatti diretti di persone risultate positive al Covid-19 disposta dal commissario Onnis alle Aziende sanitarie umbre sia stata una decisione autonoma o presa su input della Giunta regionale» e «quando sarà sospesa tale disposizione, ripresi i corretti tracciamenti ed effettuati di nuovo i tamponi, al fine di evitare un ulteriore pericoloso diffondersi del contagio a fronte di una saturazione dei nostri ospedali e delle terapie intensive». Ad annunciarla sono i consiglieri regionali del Pd, Tommaso Bori e Fabio Paparelli.

SPECIALE CORONAVIRUS – UMBRIAON

Tommaso Bori

La preoccupazione

Gli esponenti Dem sottolineano come desti «sempre più preoccupazione l’avanzata esponenziale della curva dei positivi nella nostra regione con nuovi casi giornalieri più che quintuplicati in due settimane. Lo stesso commissario straordinario all’emergenza ‘Coronavirus’, Antonio Onnis ha dichiarato che si tratta di una ‘evoluzione con numeri assolutamente preoccupanti’ usando termini come ‘tsunami’ o ‘guerriglia’ con riferimento all’ondata e all’azione del virus che avanza, soprattutto tramite gli asintomatici e i contatti domiciliari. L’assenza di una programmazione strutturale, di questa seconda ondata pandemica più volte annunciata dalla comunità scientifica e avendo avuto a disposizione ben otto mesi per affrontarla, ha portato alla perdita di capacità di gestire il tracciamento dei contagi e alla decisione di sottoporre a tampone solo i contatti diretti sintomatici dei positivi al Covid-19, lasciando in isolamento, peraltro non formalizzato, per 14 giorni le persone asintomatiche, o costringendo, chi se lo può permettere, a fare tamponi a pagamento nei laboratori privati».

Fabio Paparelli

L’accordo per i tracciatori

«Come riportato da numerose testate giornalistiche – proseguono Bori e Paparelli – il direttore Onnis afferma in modo non veritiero che tale scelta è in accordo con i protocolli del Governo, essendo frutto invece della perdita di controllo dei tracciamenti sul territorio. Lo stesso professor Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia dell’università di Padova e teorico del ‘modello Vò’, che ha salvato il Veneto dalla pandemia e che prevedeva proprio una ricerca degli asintomatici per fermare il contagio, afferma che ‘escludere gli asintomatici dal tracciamento è una catastrofe annunciata. La vera lotta contro il virus è una lotta contro chi lo trasmette’. La giunta regionale – concludono – ha, seppur tardivamente, annunciato di aver stipulato, resasi conto del grave errore, un accordo con l’università per 150 nuovi tracciatori, noi abbiamo proposto che all’uopo potrebbero essere utilizzati i dipendenti dei Cup, ma è fondamentale – terminano – agire sin da subito e ritirare la disposizione emanata alle aziende sanitarie».

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