Defr Umbria, Regione approva il documento

Sul tema rifiuti l’aula si scalda, presentati numerosi emendamenti alla risoluzione della maggioranza. Per la Marini «scelte per incidere sullo sviluppo dell’Umbria»

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L.P.

Senza nessun colpo di scena è passato, in consiglio regionale il Defr, il documento di economia e finanza regionale, primo atto di programmazione vera e propria del secondo governo Marini. A votare a favore tutta la maggioranza, Pd e Socialisti, contraria l’opposizione formata da centro destra e liste civiche e Movimento 5 Stelle.

IL DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA REGIONALE

Mozione della maggioranza E’ stato il presidente della prima commissione, il consigliere Andrea Smacchi, ad illustrare il documento, con una relazione in 20 punti su cui si è basata la risoluzione della maggioranza approvata a fine giornata. «Nonostante le ripercussioni negative dovute ai continui tagli di risorse e alle manovre correttive succedutesi a livello nazionale – ha detto Smacchi – la base di partenza è solida e anche per il 2016 vogliamo procedere ad un ulteriore riorientamento e razionalizzazione della spesa confermando l’invarianza dei tributi e delle agevolazioni fiscali già previste». Se i dati Eurostat non sono confortanti, segnali di recupero, però, sono arrivati nell’ultimo periodo e l’intenzione della giunta è di sostenere questa ripresa con le misure messe in campo nel Defr.

Riforme Ci sono, però, ancora tante realtà in crisi e su questo versante «l’impegno sarà duplice, fornendo gli strumenti per uno sviluppo consolidato alle aziende leader nei rispettivi settori e costruendo la ripresa economica anche per le situazioni che hanno difficoltà ad uscire dalla crisi. Il percorso di riforma continuerà tenendo conto dell’impatto della crisi economica, dei mutamenti demografici, dei fenomeni migratori e delle nuove povertà. Una nuova società a cui vogliamo dare risposte con strumenti concreti messi in cantiere come il Piano sociale, il Piano sanitario e il Reddito di inclusione attiva».

Emendamenti Non essendo emendabile il Defr, le opposizioni hanno presentato una serie di emendamenti alquanto atipici, perché rivolti alla risoluzione della maggioranza e in gran parte respinti, riguardanti i limiti per le emissioni industriali in atmosfera, un piano sperimentale per il miglioramento della qualità dell’aria a Terni, obblighi di depurazione per la zootecnia e infine la questione che, più di tutte, ha fatto riscaldare gli animi a palazzo Cesaroni, la possibilità di un ampliamento della discarica Le Crete di Orvieto, questione che ha riscaldato non poco gli animi in consiglio con un battibecco tra il consigliere di Forza Italia Raffaele Nevi e la presidente Catiuscia Marini. Approvato, invece, quello che prevede l’attivazione di un’Agenzia regionale per il trasporto pubblico locale, quello che prevede la riduzione delle liste di attesa e la verifica dell’attività intramoenia e quello sulla pubblicazione delle percentuali di raccolta differenziata.

Le conclusioni Rispondendo all’opposizione, la presidente Marini ha parlato di un documento realistico, non un libro dei sogni, che aiuta al meglio l’Umbria per far ripartire il sistema regionale e le sue imprese. «Un Defr che sceglie una politica riformista, che sceglie la coesione sociale e che non incide sulla tassazione ma punta molto alle politiche della programmazione comunitaria. Il combinato disposto di alcune politiche nazionali e regionali – ha detto la Marini – sfruttando le occasioni che ci mette a disposizione l’Europa, può produrre effetti positivi non solo di breve ma anche di medio periodo. Il Defr è l’occasione per condividere una lettura dell’Umbria e un’analisi sulle sue condizioni, per individuare le priorità di carattere politico e le scelte per incidere sul suo sviluppo. Nel Defr inoltre ci sono alcune innovazioni da sottolineare come la sperimentazione del reddito di inclusione attiva,coerente con quello che fa il Governo nazionale, «che non è un mero slogan e che va ad incidere sull’impoverimento delle persone. La Regione ha tutte le agenzie in pareggio di bilancio, e le società regionali sono in equilibrio. Su rifiuti e acqua serve un coinvolgimento del sistema delle autonomie dell’Umbria, e il protagonismo dei comuni sarà fondamentale per scelte strategiche. Il bilancio strutturalmente sano è frutto di scelte politiche e amministrazione tecnica razionale. E la sanità non è fattore secondario, perché le regioni che sono in deficit strutturale lo sono per problemi in sanità. La nostra sanità ha retto, contrariamente a quella di altre regioni, come la Lombardia dove da poco ci sono stati arresti per tangenti. Il bilancio ha invarianza fiscale: Irpef, Irap e bollo auto sono invariate per il quindicesimo anno consecutivo se consideriamo la maggioranza e per il sesto anno consecutivo con la mia Giunta. Inoltre nel bilancio non si tagliano risorse al welfare, o alla ricerca. Ma si taglia molto sulla macchina e sulla capacità di indebitamento».

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