Denatalità: in Umbria il record negativo italiano degli ultimi 13 anni

L’Istat: -40,5% per i primogeniti tra il 2008 e il 2021. Si fanno 1,18 figli per donna, sotto la media nazionale

Condividi questo articolo su

È l’Umbria a registrare tra le regioni italiane, negli ultimi 13 anni, il crollo più accentuato delle nascite: nel 2021, rispetto al 2008, il calo è stato del 36,7% nel complesso, fino ad arrivare a -40,5% per il primo figlio. A mettere nero su bianco il record negativo è l’Istat che lunedì ha pubblicato il report annuale su natalità e fecondità della popolazione residente in Italia. I dati sono negativi per tutto il Paese, ma lo diventano in misura maggiore per il suo ‘cuore verde’.

Tutti i dati

Nel complesso nel 2021 i nati in Italia sono scesi a 400.249, facendo registrare un calo dell’1,1% sull’anno precedente (-4.643). Ma la denatalità è proseguita anche nel 2022: secondo i dati provvisori di gennaio-settembre le nascite sono circa 6 mila in meno rispetto allo stesso periodo del 2021. Il numero medio di figli per donna, per il complesso delle residenti, è risalito lievemente a 1,25 rispetto al 2020 (1,24). Negli anni 2008-2010 era a 1,44. L’Umbria è però al di sotto di questa media, visto che si ferma a 1,18, trainata dalle cittadine straniere la cui media è di 1,72 figli per donna (1,09 per le italiane). In Umbria è anche più alta – anche se di poco – l’età media della madre italiana alla nascita: 33,1 (era 30,1 nel 1995) contro i 32,8 dell’Italia. ‘Compensano’ ancora una volta le neo-mamme straniere che portano la media complessiva regionale (32,4) in linea con quella nazionale.

Cosa dice l’Istat

Nel 2021 i primi figli ammontano a 186.485, il 46,6% del totale dei nati. La fase di calo della natalità avviatasi nel 2008 – scrive l’Istat – ha portato a una progressiva contrazione dei primogeniti che sono il 2,9% in meno sul 2020 (-5.657) e il 34,5% in meno sul 2008. Nello stesso arco temporale i figli di ordine successivo al primo sono diminuiti del 26,8%. La forte contrazione dei primi figli rispetto al 2008 interessa tutte le aree del Paese – ad eccezione della provincia autonoma di Bolzano che presenta un lieve aumento – ed è superiore a quella riferita a tutti gli ordini di nascita in quasi tutte le regioni italiane del nord e del centro. Tale fenomeno testimonia la difficoltà che hanno le coppie, soprattutto le più giovani, nel formare una nuova famiglia con figli; problematica diversa rispetto all’inizio del millennio quando la criticità riguardava soprattutto il passaggio dal primo al secondo figlio. Al centro spetta il primato della denatalità complessiva (-34,3%) e dei nati del primo ordine (-38,2%), con l’Umbria che presenta la diminuzione più accentuata (-36,7% nel complesso e -40,5% per il primo ordine).

Leonardo e Aurora i nomi preferiti

Una postilla su una notizia più ‘leggera’ e piacevole, quella dei nomi preferiti per i (pochi) nuovi nati: in Umbria, sempre nel 2021, è stato Leonardo il più scelto tra i maschi e Aurora quello per le bimbe. I primi rappresentano il 5% dei nuovi nati maschi, le seconde il 3,4% delle femminucce. Leonardo è anche il nome più diffuso in Italia tra i nuovi nati, mentre Sofia è il più frequente tra le nuove nate.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli