di Giovanni Cardarello
A sei mesi dalla vittoria delle elezioni regionali dello scorso novembre la presidente Stefania Proietti si trova a fare i conti con una pressione importante afferente alla riorganizzazione di due ospedali della provincia di Perugia. Parliamo, nel dettaglio, del San Matteo degli Infermi di Spoleto e dell’ospedale Media Valle del Tevere di Pantalla, frazione di Todi. Al centro del dibattito il ripristino del punto nascita dei due nosocomi. Un reparto che, oltre al valore specifico, è condizione essenziale per mantenere l’emergenza e urgenza di un Dea di primo livello.
Il punto nascita di Spoleto e Pantalla è stato estromesso dai servizi offerti in seguito alla trasformazione delle due strutture in ospedali Covid-19. Ma il tema era già all’ordine del giorno in seguito al mancato raggiungimento dello standard previsto, ovvero la soglia delle 500 nascite l’anno. Una soglia sotto la quale, al netto dell’eccellenza del servizio come nel caso di Spoleto e Pantalla, viene considerato non essenziale. Il tema, come si immagina, è da un lato legato alle decisioni ministeriali e all’imposizione di uno specifico limite ma, da un altro lato, ha un valore sanitario, sociale e financo economico impattando sulla natalità di una comunità.
Dalla chiusura sono passati diversi anni e, come accennato, a novembre l’Umbria ha cambiato il colore politico della propria amministrazione. E facendo leva su questo fattore i comitati spoletini per la sanità pubblica hanno chiesto alla nuova presidente di chiedere ufficialmente al ministero una deroga al limite di 500 nascite per riaprire il servizio nell’ospedale della città dei Due Mondi.
Sollecitata in tal senso, la Proietti ha preso un impegno formale rispondendo in aula ad uno specifico question time posto dai consiglieri Eleonora Pace (FdI-primo firmatario), Donatella Tesei (Lega) e Andrea Romizi (FI): «Confermo che nei prossimi giorni si procederà con la richiesta al ministero della Salute per la deroga del punto nascita dell’ospedale di Spoleto, puntando sulle difficili condizioni orogeografiche».
A valle di questa presa di posizione, ha sollevato la questione-Pantalla il sindaco di Todi Antonino Ruggiano. E lo ha fatto con una lettera inviata alla Proietti il cui testo, come riferisce ‘Il Messaggero Umbria‘, è molto netto. «Non posso davvero credere – scrive Ruggiano – che la Regione faccia distinguo tra le varie zone e discrimini le nostre. Mi riferisco in particolare alla notizia che la Regione dell’Umbria stia per chiedere (o abbia già chiesto) una deroga per il punto nascita dell’Ospedale di Spoleto».
«La chiusura del punto nascita – si legge ancora nel testo del primo cittadino di Todi – ha sottratto un servizio sanitario fondamentale a circa 60 mila cittadini del territorio, creando disagi concreti e aumentando i rischi per le donne in gravidanza costrette a rivolgersi a strutture ospedaliere lontane». «Quindi – sottolinea Ruggiano – va sollecita la Regione Umbria ad avviare con urgenza l’iter per la richiesta di deroga alla soglia dei 500 parti annui prevista dalla normativa nazionale, richiamando le esigenze specifiche di un territorio ampio, articolato e scarsamente coperto da servizi ospedalieri alternativi». La questione è posta, la risposta è attesa a stretto giro.