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Home » «Diamo un futuro al digitale in Umbria»

«Diamo un futuro al digitale in Umbria»

di Fabio Toni
26 Giugno 2020
in Opinioni
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
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di Roberto Maria Onofri

Come candidato alla nomina ad amministratore unico di Umbria Digitale Scarl, la società partecipata dalla Regione per la digitalizzazione dell’Umbria, ho speso tutte le mie energie per ‘martellare’ la cosiddetta ‘società civile’ della nostra città, per renderla edotta della mia disponibilità a guidare con polso fermo, moralità, eticità e competenza tale fondamentale strumento per la realizzazione dell’ormai travolgente ‘rivoluzione digitale’ che predico da più di trent’anni e che ora un semplice coronavirus rende irreversibile.

È il momento di tirare le somme su una vicenda che potrebbe rendere Terni la ‘locomotiva digitale dell’Umbria’. I nostri ponti crollano, i treni ci mancano ed il nostro manifatturiero soffoca mentre il grande flop del Centro Multimediale ha lasciato sotto le proprie macerie anche le aziende digitali private estranee allo stesso che, coma la mia Eurosoft Srl (da me amministrata per nove anni ma operativa dal 1988 al 2012, anno della sua liquidazione), camminavano spedite sulle proprie gambe addirittura in collaborazione strettissima e proficua con il centro di ateneo dei servizi informatici (Casi) dell’università di Perugia ed il Centro di ricerca sull’intelligenza artificiale ‘Semeion’ di Roma.

A chi non mi conosce ricordo che sin da adolescente ho affiancato mio padre sia nell’impegno in politica al fianco del più grande segretario amministrativo nella storia della Democrazia Cristiana, il ternano Filippo Micheli, sia nell’impegno per un’imprenditoria ‘sociale’ secondo il pensiero del grande Adriano Olivetti. Mi appello, quindi, a tutti gli ormai dispersi amici di Filippo ed Enrico Micheli: aiutatemi. Mi appello anche a coloro che ora sono in quella che, per tre generazioni (me compreso dai diciotto anni) è stata la ‘casa’ della mia famiglia e che ora, stranamente, tace su questa mia disponibilità: Confindustria.

Ringrazio la mia nuova ‘casa’, Federmanager”, e tutti i presidenti delle associazioni di categoria e degli Ordini professionali che hanno avuto la bontà di ascoltarmi (taluni con entusiasmo, taluni con distacco perché vogliono mantenere apartitiche ed apolitiche le loro organizzazioni, cosa che altamente rispetto avendola io stesso professata ma senza mai chiudermi nella ‘torre d’avorio’). Da allievo ed amico per tutta la vita del compianto monsignor Gianni Colasanti, mi stupisco un po’ del defilarsi del mondo cattolico da tali argomenti. Tale parte importante ed influente della società non può distrarsi sulle sorti del digitale (Papa Francesco lo definì un ‘dono all’umanità’) nella nostra Regione.

Da amico del movimento sindacale sollecito ancora il loro interessamento: tanti posti di lavoro tradizionale della nostra città andranno inevitabilmente persi e non è accettabile il ritardo con cui mancano di affacciarsi al mercato globale nuove e grandi iniziative imprenditoriali nel digitale, anche a causa della trascuratezza che la politica regionale ha riservato all’Umbria meridionale in tale settore. Io abito a Terni in via Giuseppe Mazzini e posso usufruire solo di un decimo della potenza di internet di cui già da tempo usufruisce l’ultima viuzza del centro storico di Perugia. Diamoci le autostrade informatiche tante volte negateci: ricordo la richiesta mia e di altre aziende del settore, in associazione con il Casi di Uipg per 13 miliardi di lire disattesa dal Miiur nel 1997; ricordo i 60 miliardi di lire sperperati da Telecom scavando trincee per la fibra ottica in tutta la città (Progetto Socrate, 1997) e poi abbandonate.

Attendo con ansia di conoscere qualcosa sull’andamento della giunta della Camera di commercio di Terni tenutasi ieri che, nonostante il pronunciamento della Corte costituzionale dell’altro ieri ne abbia probabilmente decretato la soppressione, è stato forse l’ultima occasione in cui quella parte della ‘società civile’ ha avuto modo di parlare anche di questo.

A questo punto, per onestà, debbo parlare di come mi orienterò politicamente perché, trattandosi di nomina pubblica, ciò è inevitabile: come detto io tuttora sono fermo alle idee ed alla ‘signorilità’ della prima Repubblica ma debbo necessariamente schierarmi e, per quel poco che sò di seconda o terza repubblica che sia, mi propongo agli amici di Fratelli d’Italia: non perché veda in loro una forza politica compiuta e salvifica ma perché, dai miei 58 anni, la vedo piena di argomenti da limare e mettere a punto ma già ora aventi una forma: ho avuto anche l’onore di servire la Patria come semplice coscritto e di essere congedato come sottufficiale. Non sarò però di certo un ‘signorsì’ ma, aspettatevelo, una voce costruttivamente critica.

Mi indigno nel sentir provenire dagli amici di Forza Italia un’unica dichiarazione: ‘rispettiamo le quote rosa’ che spesso nasconde il lasciapassare al carrierismo più sfrenato. Terni sta morendo e forse se lo merita. Ma il digitale potrebbe salvarla: Umbria Digitale è un tassello, un punto d’appoggio su cui potrebbero contare i miei amici imprenditori del digitale che a Terni e nell’Umbria meridionale ancora combattono ed hanno successo. Non abbandoniamoli. Costruiamo con loro il nostro futuro. Io non ho mai richiesto finanziamenti pubblici; non mi sono mai candidato ad elezioni; non ho mai richiesto incarichi pubblici: questa è la mia prima volta in assoluto e penso sia l’ultima possibilità che mi si presenti per difendere la ternanità.

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