Droga grazie a ricette rubate e falsificate: arrestata ad Amelia

Terni: si tratta di una 32enne della provicia di Latina che si trova presso una comunità di recupero. Operazione del Nas di Latina

Condividi questo articolo su

C’è un arresto eseguito anche in una comunità di recupero di Amelia (Terni), nell’ambito dell’operazione ‘Compressa express’ condotta dai carabinieri del Nas di Latina, guidati dal capitano Felice Egidio, fra le province di Frosinone, Latina e – appunto – Terni. Si tratta di una donna di 32 anni originaria del Lazio, a cui sono stati applicati gli arresti domiciliari presso la stessa comunità. Sette in totale gli arresti – quattro custodie in carcere e tre ai domiciliari – disposti da gip pontino Giuseppe Cario. Fra i reati contetstati, ricettazione e falso materiale in certificazioni mediche, truffa ai danni del servizio sanitario nazionale e detenzione illecita di sostanze stupefacenti per finalità di spaccio.

L’inizio

L’indagine, coordinata dal procuratore aggiunto di Latina, Carlo Lasperanza, e dal sostituto Valentina Giammaria, è iniziata nel 2019 da alcune verifiche sulla corretta dispensazione di medicinali presso varie farmacie pontine. Accertamenti che hanno evidenziato un volume eccessivo e immotivato di prescrizioni di un farmaco oppioide semisintetico, il cui principio attivo stupefacente è denominato ‘ossicodone’, caratterizzato da una molecola strutturalmente correlata a morfina e codeina.

340 acquisti con ricette rubate e falsificate

Gli approfondimenti del Nas di Latina, basati su ricognozioni fotografiche, servizi di osservazione e pedinamenti, acquisizioni di documenti, hanno permesso di chiarire assetti, gerarchie, affari e modus operandi dei soggetti destinatari delle ordinanze di custodia cautelare, tutti residenti nel comune di Fondi e gravati da precedenti penali specifici. Il contesto investigativo ha consentito di censire 340 distinti episodi nei quali i citati soggetti si erano recati presso le farmacie delle province di Latina e di Roma per effettuare la spendita di ricette mediche, falsificate nel contenuto, poi risultate provento di pregressi furti perpetrati ai danni di aziende ospedaliere, studi medici e di medicina generale. La falsità materiale delle ricette, compilate e firmate dai medesimi indagati, risultava facilitata  dall’apposizione dei timbri sottratti in precedenza agli ignari medici.

Il ‘sistema’

Gli indagati, attraverso il surrettizio procacciamento del farmaco a base stupefacente, inducevano anche in errore la usl di Latina che, di conseguenza, corrispondeva alle farmacie, quale corrispettivo per il rimborso delle ricette, circa 20 mila euro di denaro pubblico. La minuziosa ricostruzione della dinamica delittuosa, avvenuta attraverso il tracciamento di ogni singola ricetta rimborsata, ha consentito di ricostruire come tale attività illecita abbia procurato agli indagati circa 12 mila compresse di principio attivo stupefacente a base di ‘ossicodone’ che, se rivedute nella piazza di spaccio parallela, ad un prezzo di circa 10 euro l’una, avrebbero fruttato un ricavo complessivo di circa 120 mila euro. L’attività illecita sarebbe stata condotta dalla fine del 2018 fino alla data degli arresti.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli