Ast, Tubificio-Tct: attività ripartita

Contrasti tra le due aziende sui prezzi del contratto, stop all’attività di taglio e spedizione tubi. Poi mercoledì mattina la novità

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La situazione è in continua evoluzione e non è escluso che la rottura, nelle prossime ore, possa essere ricomposta. Sta di fatto però che 54 lavoratori della Tct di Terni, azienda specializzata nel taglio e nella commercializzazione di tubi, sono con il fiato sospeso: da lunedì sono in cassa integrazione ordinaria a zero ore dopo che l’azienda e il Tubificio – unico cliente – sono entrati in contrasto in merito ai dettagli economici del contratto che regola i rapporti tra le due aziende. Mercoledì mattina la ripartenza dell’attività.

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Due punti di vista

Le versioni delle due parti – da una parte il gruppo Arvedi che controlla il Tubificio tramite Ast, dall’altra la società dell’imprenditore ternano Gino Timpani, già proprietario della Koenig Metall Gt – sono discordanti e anche i sindacati di categoria starebbero cercando di capirci meglio in merito prima di prendere posizioni ufficiali. Ma Fiom, Fim e Fismic stanno tenendo la vicenda sotto stretta osservazione, tramite assemblee ed incontri, ritendola preoccupante. Da quello che filtra, comunque, la Tct avrebbe chiesto un significativo aumento ai prezzi previsti dal contratto in vigore, ventilando altrimenti la sospensione del servizio. Lo stesso cavaliere Arvedi avrebbe allora deciso di spulciare il contratto e i relativi costi, rilevando che questi già non erano in linea con il mercato. I prezzi applicati – si apprende da fonti aziendali – avrebbero così provocato in Ast delle perdite, tanto da spingere il cavaliere a minacciare addirittura una richiesta di risarcimento dei danni per l’interruzione del servizio, perché questa avrebbe causato tensioni con i clienti finali e conseguente cancellazione di ordini.

Interrogativi sugli appalti

I contrasti sono dunque degenerati nel corso delle ultime ore con il fermo dell’attività da parte di Tct, che ha avviato la procedura di cassa integrazione ordinaria per i lavoratori fino a settembre. Contrasti che vanno a sommarsi alle difficoltà congiunturali dell’azienda dovute alla crisi dell’automotive e che – è il timore che azzarda qualcuno – potrebbero rischiare di coinvolgere l’intera filiera, portandosi dietro anche la Koenig Metall, che di dipendenti ne ha un centinaio. Le assemblee che si sono svolte nel pomeriggio di martedì in azienda, dopo l’insediamento della nuova rsu, non possono non aver toccato anche questo tema. Intanto alla Tct i lavoratori si interrogano sia sulle reali motivazioni dello stop all’attività, che sulle prospettive. Sul fronte sindacale Fismic e Fic hanno richiesto ufficialmente un incontro. L’attenzione è puntata sull’intero sistema degli appalti di Ast: sul punto Cgil, Cisl e Uil la scorsa settimana hanno sollecitato il confronto con Arvedi, anche per valutare le ricadute territoriali di eventuali tagli, dopo quelli che hanno già coinvolto la vigilanza dello stabilimento.

La ripartenza

Mercoledì mattina si è poi registrata una novità: l’attività è ripartita con il tubificio che ha ripreso a mandare tubi da tagliare alla società di Timpani.

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