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Home » Economia in Umbria: «Segnali di ripresa»

Economia in Umbria: «Segnali di ripresa»

di Marco Torricelli
22 Settembre 2017
in Dal territorio, Economia, Imprese, Lavoro
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
Ernesto Cesaretti

Ernesto Cesaretti

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«Come l’economia italiana, che nel primo semestre dell’anno ha mostrato un andamento positivo, con il Pil che è andato meglio delle attese ed è tuttora in accelerazione, con l’export che ha continuato a guadagnare quote di mercato, con gli investimenti in crescita, con un buon andamento della domanda interna, anche l’industria manifatturiera umbra ha fatto registrare livelli di produzione in crescita, sebbene ancora distanti da quelli pre crisi». E’ quanto emerge dalla indagine congiunturale tra le imprese associate condotta da Confindustria Umbria con la collaborazione dell’Università di Perugia, «i cui risultati legittimano l’aspettativa che i prossimi mesi vedano consolidarsi la ripresa in atto, per effetto della attesa espansione della domanda delle famiglie, del rafforzamento del ciclo degli investimenti e da un’ulteriore crescita dell’export».

Il bilancio In particolare, spiega Confindustria Umbria, «più della metà delle imprese che hanno partecipato alla indagine ha visto progredire i propri livelli di attività produttiva, circa un quinto ha dichiarato di aver mantenuto costanti i livelli produttivi del precedente semestre, mentre sono meno di un quarto le imprese che hanno registrato una riduzione della produzione. La positività del quadro congiunturale del primo semestre è confermata dal fatto che circa il 26% delle imprese hanno segnalato un incremento della produzione superiore al 5% rispetto al 2° semestre 2016».

Le luci Tra i settori maggiormente rappresentati nel panel dell’indagine, «tanto il comparto dell’industria alimentare quanto quello della meccanica appaiono ampiamente partecipi della ripresa osservata a livello regionale, sebbene con profili diversi.
Il settore alimentare, infatti, vede poco più di un quarto delle imprese partecipanti all’indagine con livelli di produzione stabili rispetto al corrispondente semestre dell’anno precedente, mentre quasi tre quarti hanno registrato una crescita dei volumi di produttivi. Nel comparto meccanico, invece, mentre circa il 37% delle imprese ha conseguito incrementi consistenti dei livelli di attività produttiva, il 30% ha registrato una riduzione, a conferma che il fenomeno della ripresa non è ancora generalizzato e della stessa intensità in tutti i settori».

I territori Sotto il profilo territoriale, «l’aspetto più notevole è quello della prevalenza di una robusta quota di imprese che segnalano aumenti dei livelli di produzione sia in provincia di Perugia (52,1%) che in provincia di Terni (60%). Anche per quanto riguarda le dinamiche della produzione a seconda che le imprese abbiano meno oppure più di venti addetti, emerge in primo luogo il prevalere di risultati positivi e dunque la definizione di un quadro favorevole».

Le ombre Tuttavia, sottolinea Confindustria Umbria, «nel contesto generalmente soddisfacente, sono le imprese più grandi a beneficiare maggiormente del cambio di segno nel comparto manifatturiero. Si tratta di un risultato probabilmente scontato, stante il fatto che un significativo sostegno alla crescita della produzione è derivato dall’espansione dei mercati internazionali, rispetto ai quali sono proprio le imprese di una certa dimensione ad avere capacità e risorse per trarne vantaggio. Il recupero nei livelli di attività produttiva delle imprese si accompagna, nel primo semestre del 2017, alla manifestazione di interessanti fermenti occupazionali non solamente per l’effetto delle normative introdotte. Tutti i singoli settori (meno quello della lavorazione dei minerali non metalliferi) e nel complesso l’industria manifatturiera registrano infatti un bilancio positivo. In parallelo aumentano le ore lavorate mentre si riduce il ricorso al lavoro straordinario e, ancor più, alla Cassa Integrazione. Si profila, in definitiva, un quadro di normalizzazione del mercato del lavoro che dovrebbe riconfermarsi nel secondo semestre dell’anno».

Il commento Secondo il presidente di Confindustria Umbria, Ernesto Cesaretti, che sta per passare il testimone ad Antonio Alunni, «in uno scenario di persistenti difficoltà per l’economia umbra nel suo complesso, e pur nella consapevolezza che è necessario fare ancora molti passi avanti, è confortante constatare che l’industria manifatturiera mostra, anche nella nostra regione, chiari segni di ripresa, svolgendo, così, una funzione di traino per il recupero del terreno perduto dall’economia regionale, in termini di ricchezza prodotta e di occupazione, durante i lunghi anni della crisi. Una funzione di traino – sottolinea Cesaretti – che potrà rafforzarsi quanto più le imprese umbre sapranno avvalersi delle opportunità offerte dal Piano Industria 4.0 per mettere in atto processi di innovazione e di trasformazione digitale destinati a migliorare la loro competitività. Necessaria, a tal fine, sarà anche l’accelerazione da parte della Regione delle politiche di sostegno finanziabili con i Fondi comunitari. Pesa, tuttavia, sull’andamento dell’economia regionale la perdurante critica situazione dell’industria delle costruzioni, che rappresenta, con i numerosi settori collegati, una componente di rilievo del tessuto produttivo dell’Umbria e che potrà trarre beneficio solo da una ripresa degli investimenti pubblici».

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