Editoria, un’altra ‘voce’ rischia il silenzio

In pericolo un giornale toscano, di una catena umbra. Ma il problema riguarda tutti noi

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di Marco Torricelli

Quando un giornale rischia di chiudere, rischiamo di chiudere tutti. E allora vanno – dovrebbero andare – in malora tutte quelle vere o presunte, spesso solo frutto della nostra (nel senso di categoria) mente leggermente contorta, rivalità.

Testata a rischio «È di questi giorni – dice Claudio Renzetti, segretario provinciale di Grosseto della Cgil – la notizia che il Corriere di Maremma chiuderà i battenti il prossimo 5 ottobre. La Cgil grossetana è molto preoccupata di questa eventualità, sia perché comporterà la cassa integrazione a zero ore per 5 giornalisti della redazione grossetana, e l’interruzione dei rapporti di lavoro per molti altri collaboratori della testata, sia perché verrà a mancare una voce importante nel panorama dell’informazione locale, riducendo il pluralismo dei punti di vista».

Tutto tace Renzetti, poi, accusa: «Il silenzio generale nel quale questa vertenza si sta consumando mette in evidenza un clima d’indifferenza che non è positivo, perché quello dell’informazione è uno dei beni più preziosi per qualunque comunità. Tanto più in un momento difficile come quello che il Paese e la nostra realtà stanno attraversando».

La vertenza La Cgil, prosegue in sindacalista, «seguirà questa vicenda a Roma, al ministero, e se i lavoratori lo riterranno necessario, metterà a disposizione il proprio ufficio legale. Quello che in questa vicenda non ci piace è che a fronte di 25 esuberi dichiarati dalla proprietà, poi ridotti a 18, a rimetterci sarà soprattutto la redazione grossetana, smantellata del tutto, mentre per altri 13 giornalisti delle redazioni di Siena, Arezzo, Grosseto, Viterbo, Rieti e Umbria potrebbe esserci la possibilità dei contratti di solidarietà. Ma c’è dell’altro, mentre sta di fatto chiudendo la catena dei Corrieri, il gruppo Tosinvest della famiglia Angelucci sta trattando l’acquisto de ‘Il Tempo’ di Roma dopo aver fatto al tribunale un’offerta da 13 milioni di euro».

La solidarietà Quello che si deve – si dovrebbe – fare, in questi casi è non associarsi a quel silenzio generale denunciato dal sindacalista. E umbriaOn, per quel che vale, non lo fa.

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