Elettrocarbonium, Monachino al bivio

Terni, l’amministratore delegato dell’azienda di Narni ha ricevuto le rassicurazioni richieste: ora deve fare le sue mosse

Condividi questo articolo su

Adesso tocca a lui. Michele Monachino non può più indugiare. Da quello che è emerso lunedì al Mise, infatti, all’attuale amministratore delegato dell’Elettrocarboniun sono state offerte tutte le condizioni, se davvero vuole portare avanti l’attività dello stabilimento di Narni e magari pure quelle collaterli, per dispiegare tutte le potenzialità di cui dispone.

Sgl Il liquidatore di Sgl, l’avvocato Marco Petrucci, avrebbe rimesso una lettera al Mise, nella quale – preso atto, come previsto – che l’ipotesi della ‘manleva’ non è praticabile – la multinazionale conferma comunque di essere pronta a mettere a disposizione la somma necessaria per la bonifica in continuità produttiva (si era parlato di circa 7 milioni di euro) e, pure, di essere disposta a delegare la stessa Eletrocarbonium a realizzarla.

I soldi Di fatto significa che i soldi verrebbero affidati proprio a Michele Monachino, che poi dovrà provvedere a spenderli per bene. Ma, sempre lunedì, il vice presidente della Regione Umbria, Fabio Paparelli, avrebbe ribadito che i fondi messi a disposizione – un milione e 400 mila euro come contributo per la realizzazione di alcuni degli investimenti programmati dall’azienda, oltre agli strumenti regionali per il supporto nell’accesso al credito – sono sempre lì che aspettano di essere erogati. Ma occorre ‘un gesto di buona’ volontà dell’azienda.

Le promesse Lui, Michele Monachino, aveva promesso che – oltre alla ripresa della produzione di elettrodi di grafite – la costruzione di una centrale a biomasse e di impianto fotovoltaico (tra i 3 e i 6 megawatt di potenza complessiva). Poi aveva parlato pure della possibilità di creare un’area nella quale avrebbero trovato posto attività aritigianali, del terziario e, ovviamente, delle start up.

Gli impegni Ora gli basterà dimostrare, anche con una semplice fidejussione, di essere in grado – intanto di far lavorare gli operai che sono in attesa in fabbrica  e poi di fare tutto il resto – per ottenere in cambio tutto il resto. Nei prossimi giorni dovrà andarlo a dire al Mise. Anche perché il 15 febbraio deve concludersi la conferenza dei servizi dedicata alle questioni ambientali.

 

 

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli