Elezioni politiche 2022, la squadra di Italexit Umbria

Via libera dall’ufficio elettorale della Corte di appello di Perugia

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Elezioni politiche 2022, pronta la squadra di Italexit per l’Italia in Umbria. Il gruppo, guidato da Federico Vecchiarelli, ha ufficializzato i candidati a Camera e Senato in vista dell’appuntamento del 25 settembre. Via libera dall’ufficio elettorale regionale della Corte di appello di Perugia.

I candidati

Collegio uninominale 1 per la Camera dei Deputati: Andrea Bindocci, coordinatore provincia di Perugia di Italexit per l’Italia. Collegio uninominale 2 per la Camera dei Deputati: Maela Peraio, Italexit per l’Italia sezione Terni. Collegio plurinominale per la Camera dei Deputati: Giorgia Venerandi, segretario nazionale associazione Danni Collaterali; Federico Vecchiarelli, coordinatore regione Umbria di Italexit per l’Italia; Sabina Sofia Cipriani, coordinatore sezione Terni di Italexit per l’Italia; Stefano Babucci, presidente sezione Umbria associazione Opera Nazionale Mutilati Invalidi Civili. Collegio uninominale per il Senato della Repubblica: Angelo Baldinelli, consigliere comunale comune di Gubbio. Collegio plurinominale per il Senato della Repubblica: Barbara Trincia, Italexit per l’Italia sezione Trasimeno; Claudio Batini, coordinatore provincia di Terni di Italexit per l’Italia. «Le liste – il commento di Vecchiarelli – sono composte da uomini e donne in rappresentanza di un gruppo che ha combattuto le vessazioni e la propaganda di questi ultimi due anni cercando sempre di seguire i canoni del buon senso e dello spirito critico. Non c’è nessuna forza politica, al di là di Italexit, che si sia spesa con aiuti legali e sociali verso i cittadini più in difficoltà e sono convinto che alle urne questo fatto avrà un peso rilevante. Da fuori del palazzo abbiamo potuto incidere marginalmente e per questo chiediamo il voto degli italiani, perché ci mettano nelle condizioni di mettere fine a molte vessazioni e poter iniziare a costruire una politica dedita al benessere degli Italiani e dell’Italia, non delle banche e dei centri di potere finanziario».

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