Più rappresentanza non equivale automaticamente a ‘più potere’. Ma intanto meglio averli, si direbbe, che no. Fra i dati evidenti di queste elezioni regionali, c’è il forte passo avanti che la città di Terni ha compiuto in termini di presenza a palazzo Cesaroni. Nel 2010 erano stati cinque – su un totale di trenta – i consiglieri della provincia di Terni eletti nell’assemblea: Eros Brega, Alfredo De Sio, Raffaele Nevi, Fausto Galanello e Damiano Stufara.
Terni boom Una percentuale pari al 16% e spiccioli che, con il voto di domenica 31 maggio, è sostanzialmente raddoppiata, salendo al 30%. Su venti consiglieri eleggibili, sei provengono dal territorio ternano: accanto ai riconfermati Brega (Pd) e Nevi (Fi), entrano Fabio Paparelli (Pd), Emanuele Fiorini (Lega Nord) e – per il Movimento 5 Stelle – Andrea Liberati (candidato alla presidenza) e Claudio Fiorelli. Fra loro, ben quattro esponenti dell’opposizione sugli otto presenti nell’assemblea (50%). Di contro, solo due – su dodici – fanno parte della maggioranza.

La sorpresa Quest’ultimo forse lo conoscono in pochi, almeno in politica. Ha 43 anni e nella vita fa il medico anestesista e rianimatore. E’ attivista nel Movimento 5 Stelle dall’inizio del 2013 ed è entrato in consiglio regionale con 1.073 voti, sette in più della folignate Maria Grazia Carbonari che non ce l’ha fatta per un soffio.