Fase 2, un po’ di luce in mezzo a tante ombre

Terni: non tutti i locali hanno rialzato le serrande lunedì mattina. Alcuni parchi con erba alta, chiuso quello di Campitello. «Responsabilità e tenere duro»

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È solo l’inizio della convivenza con il virus, in cui l’Umbria parte da una posizione relativamente tranquilla rispetto ad altre regioni ma che, senza il rispetto delle misure e soprattutto senza la responsabilità delle persone, potrebbe condurre ad un nuovo ‘salto all’indietro’. Ciò che nessuno vorrebbe. Lunedì mattina è partita anche a Terni la ‘fase due’ dell’emergenza coronavirus, fra qualche luce – la prima è quella di un piccolo passo avanti verso il ritorno alla vita ed alla normalità – e le ombre. Quelle da tempo incombono anche sul sistema-Italia ed altre decisamente più ‘locali’ e legate al quotidiano. Ombre economiche e sociali in primis, visto che nessuno sa come andrà, quanto durerà e quanto peserà – il timore è che non sarà affatto lieve – l’impatto del virus su lavoro, imprese, futuro dei cittadini. Intanto si riparte da piccole-grandi cose con l’attenzione totale che è dovuta. A noi e ad agli altri.

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Bar e locali, c’è chi resta chiuso

Tornare ad alzare la saracinesca e ad accendere la macchinetta del caffè, dopo due mesi, per molti commercianti ha fatto «un certo effetto». C’è voglia di ripartire, pur con mille incognite sul futuro e responsabilità sul fronte della sicurezza, tra i bar di Terni che lunedì hanno riaperto i battenti, almeno per l’asporto. Di clienti – anche loro «emozionati» nel tornare, in parte, ad un rito quotidiano – non molti, almeno per la prima parte della mattina, anche se di gente sia nelle aree pedonali del centro che nelle vie più trafficate non ne mancava. «C’è prudenza – spiega la titolare di A volte tre -, i negozi ancora chiusi fanno la differenza e poi manca quel senso di comunità che un caffè o un cappuccino rappresenta. Nei bar è bello venire in compagnia e sedersi». C’è chi, come Andrea Del Bianco del Bar Umbria, stima di riuscire a lavorare con l’asporto per non più «di un 20-30%» dei livelli precedenti al Covid. Ed infatti diversi bar, avendo evidentemente fatto gli stessi conti, hanno deciso di non riaprire le saracinesche. Alcuni aspetteranno la possibilità di tornare a lavorare a pieno regime, per altri – è il timore – la decisione rischia di essere definitiva.

Parchi e aree verdi, luci e ombre

Ripartenza piuttosto ‘lenta’ per i parchi cittadini di Terni, riaperti lunedì mattina a seguito dell’ordinanza firmata dal sindaco Leonardo Latini. Puliti e ordinati, con erba tagliata, i giardini de ‘La Passeggiata’ sono stati riaperti alle 9 dagli operatori del Comune. Pochi minuti e si sono riempiti di gente, tra giovani che si sono goduti una ‘corsetta’ e qualche anziano: «Finalmente, dopo due mesi, possiamo passeggiare e sgranchirci un po’ le gambe all’aria aperta», dice uno di loro. Non tutti muniti di mascherina nonostante l’obbligo di portarla sia tassativo. Erba alta invece, come in una giungla, nei parchi ‘Emanuela Loi’ di viale Trento, ‘Le Grazie’ e ‘David Raggi’ di via Irma Bandiera. Chiuso – con più di un cittadino perplesso se non proprio arrabbiato – il parco anallergico di Campitello, proprio per la necessità di tagliare l’erba: aprirà martedì mattina. «Non ci vogliamo lamentare perché finalmente possiamo tornare a frequentare i parchi – sono le voci dei cittadini – possiamo portare i nostri figli a respirare un po’ d’aria, correre e giocare un po’, ma certo che in questi due mesi il Comune avrebbe potuto provvedere alla rimessa in ordine e alla pulizia dell’erba. Così come andrebbe fatta un po’ più chiarezza nell’ordinanza perché non proprio tutti indossano la mascherina una volta entrati nel parco perché fare attività fisica risulta praticamente impossibile».

Riaperti i cimiteri

Già dalle prime ore di lunedì il piazzale di fronte al cimitero di Terni è apparso diverso da come siamo stati abituati a vederlo negli ultimi due mesi: numerose macchine parcheggiate, un via vai di persone che finalmente possono andare a trovare i propri cari defunti e i negozi di fiori di nuovo aperti. Per quest’ultimi, però, non sono mancati problemi: solo nella tarda serata di domenica, infatti, i fiorai che stanziano di fronte al cimitero hanno ricevuto la comunicazione di poter riaprire con l’avvio della fase due. «Sono stati indecisi fino all’ultimo – afferma una negoziante – poi ieri sera è uscito il post che comunicava la riapertura del cimitero e i nuovi orari (da martedì 5 maggio dalle ore 8 alle 17, ndR). Sono arrivati in tanti, questo vuol dire che sentono il bisogno di andare dentro». In fretta si sono dovuti, quindi, rimettere in moto per far ripartire le attività ma i primi fiori sono stati venduti non appena le serrande si sono alzate.

Il trasporto pubblico

Ripartenza senza troppi intoppi per il trasporto pubblico che, in previsione dell’aumento degli utenti con l’inizio della fase 2, è stato potenziato da parte di BusItalia. Linee più frequenti – con un incremento dal 32 al 50% – anche se per alcune di esse è stato necessario predisporre qualche corsa bis. Un po’ di smarrimento da parte dei passeggeri nel capire gli orari di passaggio dei bus – sono stati predisposti dei codici Qr da scansionare, il cui utilizzo non è ovviamente alla portata dei più anziani -, all’interno dei mezzi sono stati invece affissi dei cartelli che spiegano come comportarsi e quali sedili utilizzare, tutti a distanza tra loro. Una situazione nuova, dunque, sia per gli stessi passeggeri che per gli autisti, chiamati in qualche occasione a richiamare al buon senso e al rispetto delle misure di distanziamento i passeggeri.

Cantieri pronti e operativi

L’incertezza della riapertura non ha invece toccato il settore edile, che già dall’ultima conferenza stampa del presidente Conte (quella in cui spiegava le modalità della fase 2), sapeva che il motore si sarebbe riacceso a partire dal 4 maggio. In diversi cantieri del ternano, il primo giorno di lavoro dopo due mesi di blocco attraversa passaggi burocratici e sistemi di prevenzione, regole ferree da seguire per la ripartenza: moduli da far firmare agli operai prima di entrare in cantiere (modulo di presa visione del regolamento anti-Covid, modulo per il rilevamento della temperatura corporea), termo-scanner che misura la temperatura degli operai all’entrata e all’uscita, mascherine obbligatorie, distanza di sicurezza tra i lavoratori, gel disinfettanti e guanti, bagni divisi per il personale esterno ed interno: «Queste procedure, da effettuare ogni giorno a fine e inizio turno, sono lente e complesse ma assicurano la salute dei nostri operai e il proseguimento dell’attività. L’importante è ripartire», conclude il capo cantiere di un’azienda edile.

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