L’impianto fa troppo rumore. Così il tribunale civile di Perugia impone ai Molini Fagioli un ciclo produttivo di sole dieci ore giornaliere spezzate. Un ritmo che però non è sostenibile in termini produttivi ed economici. Da qui la protesta dei lavoratori.
Chiodini e sindacati all’unisono: «Paradossale»

Incontrando operai e sindacati, il sindaco Giacomo Chiodini parla di «sentenza paradossale e pericolosa per le sorti di una delle aziende più floride del territorio con un indotto significativo» e annuncia che l’amministrazione si metterà a disposizione per trovare una soluzione che consenta di proseguire l’attività e per sottoporre il caso all’attenzione di tavoli istituzionali superiori. Per il sindaco, la Molini Fagioli è «un’azienda storica che insiste su quell’area da oltre mezzo secolo distinguendosi per qualità ed innovazione dei prodotti. Siamo dalla parte dei lavoratori, e delle loro oltre trenta famiglie, in questo difficile frangente e ci faremo promotori di ogni possibile azione per evitare l’eventuale chiusura dello stabilimento». Stesso termine usato dai sindacati: «In una fase così difficile per il mondo del lavoro è paradossale che 25 persone rischino di perdere l’occupazione non per una crisi aziendale, ma per il rumore della produzione che ha portato ad uno sforamento dei parametri acustici». Ad affermarlo sono la Flai Cgil e la Uila Uil dell’Umbria che hanno partecipato, insieme alla Filt Cgil (in rappresentanza degli autisti dell’azienda), al sit-in dei lavoratori della Molini Fagioli di Magione.
Le possibili soluzioni
«Siamo molti preoccupati per le 25 famiglie dei dipendenti e per le altrettante dei lavoratori dell’indotto (pulizie, manutenzioni e logistica) – afferma Michele Greco, segretario generale della Flai Cgil Umbria – centinaia di persone che rischiano di ritrovarsi vittime di una ‘bega di vicinato’, rispetto alla quale non hanno alcuna responsabilità, ma che rischia di portare alla chiusura di un’azienda simbolo per tutto il territorio magionese». «È l’ora delle decisioni importanti e delle prese di posizioni certe a favore dei lavoratori e del lavoro da parte di tutti i soggetti interessati, a partire dalle istituzioni comunali – conclude Daniele Marcaccioli, segretario Uila Uil – da parte sua, l’azienda metta in campo tutte le iniziative possibili per contrastare l’ordinanza, intanto chiedendone la sospensiva, e poi intervenendo ancora sui decibel per ridurre la rumorosità delle produzioni». Per bypassare il problema, si parla dell’acquisizione degli immobili immediatamente confinanti. Su questa e altre soluzioni si stanno confrontando i legali dell’azienda e quelli del comune. «Speriamo che si possa riprendere immediatamente il dialogo evitando atteggiamenti speculativi nel rispetto dei lavoratori e delle loro famiglie, anche utilizzando tavoli istituzionali specifici a livello regionale», chiosa il sindaco.