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Home » «Fcu non sia chiusa»: sindacati in piazza

«Fcu non sia chiusa»: sindacati in piazza

di Lucina Paternesi
11 Settembre 2017
in Dal territorio, Economia, Politica
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
I binari Fcu

I binari Fcu

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Inizia la mobilitazione. E si parte, proprio, da sotto la sede della Regione Umbria. I sindacati umbri dei trasporti, Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal, Fna, Ugl e Orsa hanno infatti organizzato, per mercoledì prossimo, un presidio di protesta contro la chiusura totale della linea ex Fcu a partire proprio da mercoledì. 

Trasporti «L’Umbria anche per la sua collocazione geografica e per lo sviluppo delle infrastrutture lungo l’asse Nord-Sud ha sempre sofferto di carenze per quanto riguarda il sistema dei trasporti. – spiega in una nota la Cgil – Ora, dopo tante ricette e dopo tante promesse, le difficoltà tendono a diventare ancora più pesanti. Questo si verifica sia per il trasporto delle persone che per la movimentazione delle merci. Basta far riferimento al parziale mancato decollo delle piastre logistiche, per non parlare poi del mancato raddoppio della ferrovia Orte/Falconara, tema che ha riempito archivi e biblioteche».

I treni Collegamenti problematici via ferrovia, come quelli tra Perugia e Roma, «mentre il ruolo auspicabile dell’aeroporto di S. Egidio riscontra nei fatti sempre maggiori difficoltà. Non è un caso – spiega ancora la Cgil – se in Umbria abbiamo solo 59 km di autostrada e 181 km di doppio binario elettrificato.I 29mila umbri che tutti i giorni da pendolari utilizzano il trasporto pubblico locale, prevalentemente su ferro, sono sottoposti a ritardi sempre più drammatici.  Nella nostra regione avevamo nel trasporto pubblico locale a disposizione, si fa per dire, 71 treni di cui 26 elettrici e 45 diesel: l’età media era di 18,2 anni.Avevamo, perché quest’anno la Fcu non svolgerà la sua funzione e quindi siamo di fronte ad un ulteriore peggioramento sul versante dell’offerta. Non migliore è la situazione sul versante Trenitalia. Basti pensare che per il collegamento Perugia-Milano occorrono oggi 5 ore e 40 minuti, un’ora in più di 10 anni fa».

Incontro urgente Le responsabilità di questa situazione, proseguono dal sindacato, sono anche del Governo nazionale «che dal 2009 ad oggi ha ridotto del 19% gli investimenti nel trasporto ferroviario. Per tutti questi motivi e non solo saremo in piazza mercoledì 13 settembre, con i lavoratori FCU sottolineando che quella importante ferrovia, che attraversa l’Umbria, non può chiudere e che occorre rilanciare la politica degli investimenti nel sistema dei trasporti. Una consapevolezza ci attraversa e dovrebbe essere senso comune: senza un moderno sistema di infrastrutture l’Umbria non uscirà dalla crisi strutturale che la attanaglia. Chiediamo dunque alla Presidente della Regione un incontro urgente, per fare il punto su ciò che sta avvenendo e concordare risposte adeguate, per le quali tempi e modi non sono indifferenti».

La stazione di Cesi

La Lega attacca: «Terni nord tagliata» «Come avevamo – spiega il segretario della Lega Nord di Terni, Federico Cini – previsto, i tempi di percorrenza Terni-Perugia saranno di quasi due ore (salvo ritardi) e ci saranno tagli alle corse e alle fermate. Sarà attivato il trasporto su gomma con tutti gli interrogativi del caso legati ai livelli di occupazione e la qualità del servizio. È subito evidente, ad esempio, la mancata previsione della fermata di Cesi, la cui stazione avevamo visitato pochi giorni fa, perché considerata l’emblema di come non si gestisce un’infrastruttura; una scelta che, di fatto, lascia senza copertura tutta la popolosa zona nord della città, da borgo Rivo a Campitello a Gabelletta. I pendolari dovranno per forza di cose recarsi fino alla stazione centrale e questo non potrà che contribuire al forte traffico che interessa via del Rivo, o strade come via Cesare Battisti e via Bramante. L’alternativa per i residenti è di recarsi a San Gemini, non proprio dietro l’angolo, nel contesto di un trasporto pubblico regionale che dovrebbe essere capillare per definizione. Impossibile non pensare alle parole dell’assessore Chianella e dei dirigenti di Umbria Mobilità e BusItalia, che di tutto questo hanno anche avuto il coraggio di dirsi soddisfatti». Per Emanuele Fiorini, capogruppo in Regione del partito, ha annunciato che proporrà in consiglio il ripristino di una fermata intermedia per la zona di Terni Nord e di creare delle corse alternative che possano rispettare quelle fermate cosiddette ‘minori’ nella tratta Terni-Todi e poi, come le coincidenze ferroviarie, incrociare la corsa principale ed eseguire il trasbordo dei passeggeri. «È nostra intenzione – sottolinea – organizzare un incontro inerente le problematiche del trasporto ferroviario coinvolgendo i soggetti interessati».

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