Torna la tradizione nel piccolo borgo di Monterivoso (Ferentillo), a pochi passi dal Precetto, con la ricorrenza molto sentita del patrono Sant’Antonio Abate. Le iniziative, in programma sabato 18 gennaio, prenderanno il via al mattino con il suono delle campane della chiesa a cura dei campanari di Ferentillo (curiosità , una campana in bronzo è stata realizzata nella fonderia Giuseppe Fiorelli di Monterivoso).
I Cantori della Valnerina allieteranno le vie del castello con canti tradizionali e storie della cultura contadina, riferita al patrono degli animali. Alle ore 11 santa messa, processione e benedizione degli animali e del sale sulla piazzetta della chiesa; a seguire esposizione di tradizionali canestre decorate contenenti le ciambelle benedette. Alle 13 pranzo con tutti i partecipanti e abitanti del paese presso il ‘Ristorante Monterivoso’ (prenotazioni entro il 14 gennaio allo 0744.780456).
Una festa devozionale, quella di Sant’Antonio Abate a Monterivoso, che si ripete da anni. Non solo perché il santo è il patrono del paese ma anche perché quella del piccolo borgo della Valnerina Ternana è da sempre unacomunità dedita per la maggior parte all’agricoltura, soprattutto oliveti (coltivati sui tradizionali terrazzamenti, cosiddetti ‘macere’ in pietra), e all’allevamento. Basti pensare che negli anni passati qui erano attivi cinque molini per olio, grano, cereali. Oggi ne rimangono in uso ancora due, ossia la mola-Frantoio Fiorelli e la struttura della vecchia mola situata al centro, adibita a museo della civiltà contadina con migliaia di pezzi della collezione Silvano Silvanis.
Ma torniamo alla tradizione. «Il santo è raffigurato in affresco dentro la chiesa parrocchiale – afferma lo storico locale Carlo Favetti – sulla parete del presbiterio in riquadri scanditi con le sue storie e tentazioni. Due dipinti rinascimentali del XVI secolo emersi da sotto lo scialbo durante l’ultimo restauro della struttura, raffigurano l’ultima cena e una crocifissione. Altro affresco del XV secolo raffigurante il santo insieme a Sant’Antonio da Padova – aggiunge Favetti – è situato nell’ex santuario di Santa Lucia lungo la strada verso monte Carpio. In questa occasione, coloro che parteciperanno alle funzioni religiose potranno ammirare la bella chiesa situata sotto la torre quadrata del XIII secolo. Impianto cinquecentesco ma rimaneggiata nel XVI-XVIII secolo. Oltre l’organo si possono ammirare altari votivi di famiglie locali con preziose tele di pittori marchigiani, come Nicola Amici, della metà del XVIII secolo e altre tele coeve come un San Carlo Borromeo e San Nicola di Francesco Barla. Preziosa la pala d’altare nel presbiterio, dipinta su tavola con lunetta e predella raffigurante l’orazione nell’orto dei Getsemani di Francesco Nardini di Sant’Angelo in Vado del XVI secolo. Fu un importante pittore rinascimentale – conclude lo storico ferentillese – che realizzò le decorazioni degli sportelloni nella cappella delle reliquie presso la cattedrale di Spoleto. Di Monterivoso inoltre, presso il museo diocesano, è conservato un ciborio ligneo di grande pregio del XVII secolo».