Festa della donna: «Rito maschilista»

Paolo Crescimbeni: «Usanza retriva e discriminatoria che vuole indicare nella donna quasi una sottospecie umana»

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Una cosa appare certa. Se Paolo Crescimbeni fosse diventato sindaco di Terni – nel 2014 arrivò al ballottaggio, perdendolo – quest’anno il Comune di Terni avrebbe boicottato la ‘festa della donna.

La lettera «Anche quest’anno – scrive Crescimbeni, in una lettera aperta inviata al sindaco Di Girolamo – si celebrerà il rito pagano-maschilista della ‘festa della donna’; non so se questa amministrazione abbia previsto qualcosa in proposito come, si dice, faranno anche alte cariche dello Stato. Esprimo solo tutta la mia contrarietà, il mio disappunto, direi il mio sdegno, di fronte al perpetrarsi di una usanza retriva e discriminatoria che vuole indicare nella donna quasi una sottospecie umana che necessita di promozione, di protezione, di assistenza del pari di quanto fa il Wwf per le speci in estinzione o, meglio, di quanto fanno le istituzioni e associazioni in difesa dei diritti umani in aree del pianeta affette da problemi sociali».

Il gay pride Il consigliere comunale, poi, insiste: «So di non dire nulla di nuovo affermando che festeggerei la ‘festa della donna’ quando sarà istituita la ‘festa dell’uomo’; il gay pride già esiste e fa molto discutere per le modalità secondo cui si esprime».

Niente mimosa E, alla fine, arriva la richiesta formale: «La invito, quindi, signor sindaco, ove mai ne avesse intenzione, a non partecipare a simili festeggiamenti, a non girare con ramoscelli di mimosa in mano, a non inviare messaggi che sanno tanto di commiserazione e consolazione, ma a considerare l’essere umano, di qualunque sesso, razza o religione esso sia, una persona con pari dignità e medesimi diritti».

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