Si è concluso venerdì a Perugia il consiglio generale della Fisascat Umbria – categoria che difende migliaia di dipendenti del settore turistico, del commercio e dei servizi – durante il quale sono stati delineati gli obiettivi per il nuovo anno. ‘Focus’ da parte del sindacato, sulle politiche di genere: «Troppo spesso le lavoratrici – ha spiegato il segretario regionale Valerio Natili – vedono calpestati i diritti basilari, sanciti nero su bianco in moltissimi contratti collettivi nazionali. Prendere una maternità, un congedo o anche un semplice permesso per portare i figli a fare una visita, viene visto come un problema». Per questo partiranno una serie di incontri dal titolo ‘Accendiamo i focus’ per sensibilizzare le lavoratrici su quelli che sono i loro diritti di donne sul posto di lavoro.
Grandi catene e nuovo contratto nazionale
La Fisascat Umbria rilancia anche sul tema della grande distribuzione e di chi lavora nel settore. Dopo cinque anni i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil hanno siglato con Federdistribuzione il primo contratto collettivo nazionale di lavoro applicato ai i circa 300 mila lavoratori della distribuzione moderna organizzata: «Anche in Umbria sono presenti decine di grandi catene che dal primo gennaio 2019 dovranno applicare ai loro dipendenti il nuovo contratto che prevede un aumento del salario minimo e maggiori tutele in caso di crisi aziendale. La Fisascat vigilerà che questo sia applicato nel modo corretto».
Festività e aperture: «Nessuna deroga»
Centrale infine il tema delle aperture domenicali in queste settimane di feste. Durante le festività natalizie i lavoratori del terziario sono stati chiamati ad uno sforzo suppletivo per garantire l’apertura al pubblico degli esercizi commerciali, comprimendo il tempo da dedicare alle relazioni familiari ed alle celebrazioni religiose: «Possiamo discutere – ha dichiarato Natili – sulla possibilità di prevedere deroghe per un massimo di dodici domeniche l’anno, ma ribadiamo la fermezza circa la chiusura nel corso delle dodici festività nazionali, civili e religiose del 1° gennaio, 6 gennaio, Pasqua e lunedì dell’Angelo, 25 aprile, 1° maggio, 2 giugno, 15 agosto, 1° novembre, 8, 25 e 26 dicembre durante le quali non deve essere prevista la possibilità di deroga».
Appalti al ribasso
In conclusione è stato affrontato anche il tema dei lavoratori in appalto che continuano a subire perdite di reddito ogni volta che c’è una nuova gara di affidamento del lavoro: «Riportiamo al centro – ha concluso il segretario regionale – la qualità del servizio senza guardare solo la migliore offerta economica».