Con il consigliere comunale e capogruppo del Pd a Terni, Francesco Filipponi, abbiamo analizzato l’attualità politica, anche alla luce della recente tornata elettorale, e i temi ‘caldi’ relativi non solo allo stato di salute del Pd in Umbria e a Terni, ma anche le prossime sfide – le elezioni regionali su tutte – e la situazione amministrativa ternana. Di seguito l’intervista.
Qual è il bilancio che il Pd, in Umbria e in particolare nel ternano, può tracciare dopo le recenti elezioni europee e amministrative?
«Il bilancio riguardante le elezioni europee ed amministrative in Umbria è largamente positivo. A partire dal risultato del Pd a livello regionale, migliore anche del dato nazionale. E grande è la soddisfazione per la rielezione diretta, cosa che in Umbria non riusciva da tanti anni, dell’europarlamentare uscente Camilla Laureti. Per ciò che concerne le elezioni europee nel ternano il dato assoluto e percentuale, può e deve avere ancora margini di miglioramento in particolare nella città di Terni. Relativamente alle amministrative, la vittoria di Perugia ha tracciato un solco per il futuro, per come è arrivata, attraverso un coinvolgimento della cittadinanza, un protagonismo di una candidata sindaca e di una coalizione forte, plurale e coesa. Diversi altri risultati sono assolutamente positivi, a partire da Marsciano, Bastia umbra, Castiglione del Lago per restare ai comuni sopra i 15 mila abitanti, ma anche la stessa Foligno dove abbiamo perso per soli 27 voti. Nel ternano, ad Orvieto è stato fatto un lavoro diffuso ed efficace dal centrosinistra, abbiamo avuto la peggio per poco più di 150 voti, pur partendo molto indietro nel ballottaggio. Altri risultati nei comuni del ternano sotto i 15 mila abitanti, in particolare laddove i nostri amministratori hanno creato una condizione di buon governo e partecipazione, ci spronano a lavorare di più e meglio. E, di conseguenza, a riflettere ancora: questo quadro complessivo cambia di molto non solo lo spirito, ma anche le responsabilità che riguardano, adesso più che mai, il nostro territorio e la nostra città».

È replicabile su base regionale, lo schema che ha portato Vittoria Ferdinandi ad essere eletta sindaco di Perugia?
«È più di uno schema. È un progetto che ormai si muove su gambe solide e che ha trovato a Perugia una bravissima interprete. La coalizione costruita sul ‘Patto Avanti’, messo in campo opportunamente a fine gennaio, può battere una destra che in questi anni ha smantellato la sanità pubblica e si è accanita su welfare, lasciando l’Umbria terra di conquista nell’Italia mediana: le aree interne vengono svuotate dai servizi e ridotte nel migliore di casi a prodotto di consumo per turisti e avventori mordi e fuggi, mentre i protagonisti del mondo produttivo non riescono a trovare un confronto reale e costante con chi dovrebbe, ad esempio, organizzare le risorse del Pnrr per consentire alle nostre imprese e città nuove traiettorie di sviluppo. L’esperienza perugina ci consegna anche tanto altro: parlo del coraggio, della generosità di una intera classe dirigente, di un segno forte di cambiamento e rinnovamento nei volti protagonisti di questa impresa. Insomma, chi l’ha vissuta da vicino sa di cosa parlo».
A Terni le elezioni comunali sono lontane. In linea teorica si voterà tra 4 anni. Cosa pensa dell’esperienza amministrativa della giunta guidata da Stefano Bandecchi?
«Quello che penso è in linea con l’elettorato ternano che, a distanza di un anno, in occasione delle elezioni europee ha mandato un messaggio chiaro al sindaco ed alla maggioranza. Le sceneggiate in consiglio comunale hanno rilanciato un’immagine della città assolutamente sbagliata. Il dibattito sui temi centrali per lo sviluppo di Terni è rimasto sempre in secondo piano rispetto agli show, ai quali ritengo, come opposizione, non dobbiamo mai prestare il fianco. Il gruppo consiliare ha lavorato con impegno, portando costantemente nel dibattito tutte le istanze che i cittadini ci hanno sollecitato. Siamo sempre pronti a confrontarci sui temi a partire dai servizi di prossimità e del welfare locale, alla scuola, alla salute ed allo sviluppo sostenibile. Siamo ovviamente consapevoli di un possibile confronto con gli elettori in ogni momento».
C’è qualche preoccupazione da parte vostra se si dovesse votare in anticipo?
«Non siamo ancora pronti, nel caso di una fine anticipata della consiliatura. Questo è comprensibile e vale anche a mio avviso per la destra cittadina. Abbiamo la necessità di uscire da quella postura che, siamo sinceri davvero, abbiamo a volte assunto, di comodo autocompiacimento. Ossia dobbiamo perdere meno tempo a raccontarci di quanto bravi siamo stati in un passato sempre più lontano e iniziare a misurarci davvero con la dimensione del cambiamento. Perché gli elettori vivono nel presente. Due evidenze su tutte: la prima che il progetto politico che abbiamo messo in campo per le amministrative dello scorso anno, non è purtroppo stato apprezzato dagli elettori, a parte i singoli candidati; vanno apportati dei correttivi alla nostra presenza e azione politica in città, sulla base del confronto con i cittadini. La seconda è che abbiamo bisogno di riconquistare spazi di fiducia nella città, sia in quella organizzata che tra i cittadini. Perchè tutto è in movimento e stavolta non possiamo permetterci di non riuscire a leggere per tempo come la comunità ternana sia cambiata. Abbiamo bisogno di aprirci, insomma, e di non restare ancorati a certezze, rassicuranti ma sempre più fragili, che ci allontano dagli elettori. È il momento di scelte generose e coraggiose, siamo ancora in tempo. Anche per competere al meglio nella tornata regionale».
Fronte elezioni regionali: che caratteristiche deve avere secondo lei il candidato o la candidata presidente del centrosinistra?
«Il candidato o la candidata deve poter rappresentare un progetto alternativo e credibile ad una destra che da noi, prima che a livello nazionale, ha mostrato il suo vero volto. Una candidatura che uomini e donne dell’Umbria possano riconoscere come contemporanea nel profilo e con la capacità di creare un dialogo aperto a tutta la società, in grado di aprire un confronto costante volto a perseguire i bisogni degli umbri, a partire dalle fasce più deboli, e le sfide di un’economia alle prese con la trasformazione digitale ed ecologica».
Dalle ultime amministrative, sembrano emergere segnali di ripresa per il centrosinistra in Umbria. Si tratta di normale alternanza o, in effetti, qualcosa è cambiato? Se sì, cosa?
«È stato fatto un grande lavoro. Una classe politica giovane, sia anagraficamente che nelle esperienze di governo e rappresentanza, ha preso la scena e ricostruito un senso di fiducia con elettori e simpatizzanti. Si avverte rinnovato entusiasmo e voglia di fare. Le nostre comunità stanno rispondendo molto bene alle nuove proposte politiche ogni volta messe in campo. Da questo lavoro che già ha portato numerose soddisfazioni, dobbiamo essere capaci anche a Terni di ripartire. Non è solo un’opportunità, ma lo dobbiamo, questo sì, anche alla nostra storia. Ripeto, ancora una volta, con scelte generose e coraggiose».