Fiorenza Gherardi De Candei: «La mia vita tra musica e arte»

Intervista ad uno dei personaggi più influenti del panorama musicale e jazzistico nazionale, in cui assiste decine di protagonisti della scena

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di Danilo Bazzucchi

Dal 2003 Fiorenza Gherardi De Candei è ufficio stampa, consulente di comunicazione e management in ambito culturale e artistico, collaborando con enti pubblici, fondazioni, aziende, festival italiani e stranieri, etichette discografiche, associazioni e artisti che operano in ambito culturale e artistico. Per tre volte si è classificata prima ai Jazzit Awards tra i migliori uffici stampa del panorama jazz italiano. In Italia ha curato la comunicazione di molti festival tra cui Roma Jazz Festival, Met Jazz, Around Jazz, TolfArte, Roma Gospel Festival, Gubbio No Borders, Fara Music Fest e ha promosso la musica di grandi artisti tra cui Maria Pia De Vito, Rita Marcotulli, Martin Wind, Gegè Telesforo, Greta Panettieri, Israel Varela, Dario Deidda e Emma Morton. Da settembre 2019 è docente di music business alla University of the West of Scotland (campus di Roma) per il Bachelor of Arts Commercial Music. Insegna ‘Performing Arts Industry’ e ‘Professional Development’ presso l’Art Village per il diploma in performing arts e tiene regolarmente seminari di autopromozione per musicisti. Docente dal 2006 per master, corsi e seminari, ha insegnato in oltre 75 classi materie inerenti: ufficio stampa e promozione, organizzazione di eventi, social management, fund raising per eventi, autopromozione per musicisti e artisti, personal branding e music business. La passione per la formazione si è concretizzata anche nell’ideazione e realizzazione di oltre 150 percorsi formativi per diversi enti e aziende inerenti il settore della comunicazione, che hanno avuto un grande riscontro a livello nazionale replicandosi, in alcuni casi, per oltre 30 edizioni. Dal 2017 al 2020 è stata nel cast della trasmissione televisiva ‘Variazioni su tema’ di Gegè Telesforo, in onda su Rai5 e prodotta da Zenart, inerente le sfaccettature e il dietro le quinte del music business italiano. Per la stessa trasmissione, ha collaborato anche a livello redazionale e promozionale. Nel 2005, all’età di 22 anni, ha fondato la sua prima società di comunicazione, relazionandosi con una rosa di clienti istituzionali e affermandosi sempre di più nel panorama nazionale della comunicazione in ambito culturale: promuove eventi, opere e artisti italiani e stranieri in ambito musicale, con un raggio di azione esteso anche a teatro, cinema, letteratura, arte di strada, pittura, fotografia, editoria.
Il 5 e 6 settembre 2020 è stata presentatrice dell’evento ‘Il Jazz Italiano per le terre dei sisma’ a L’Aquila insieme al cantautore Piji.

Ci parli un po’ di te? Dagli inizi della tua carriera e cos’è che ti ha fatto scegliere questo lavoro (se lo hai scelto)

«Desidero fare questo lavoro da sempre. La passione per questo settore nasce anzitutto dall’amore per l’arte e in particolare per la musica che mi ha trasmesso la mia famiglia: sono cresciuta tra strumenti musicali, pennelli, fotografia, scultura. Dai miei genitori ho appreso anche la semplicità e sincerità con cui vivono l’essere artisti, senza intellettualismi o atteggiamenti artificiosi. La loro è una passione istintiva quanto lo è respirare, vissuta tra le varie incombenze e ruoli della quotidianità di una famiglia qualsiasi. Nel mio percorso ho studiato pianoforte classico e canto, come autodidatta mi sono cimentata con diversi strumenti, ho fatto parte del Nuovo Coro Lirico Sinfonico Romano con cui ho avuto l’onore di cantare con Ennio Morricone per tantissimi concerti in Italia e all’estero, con Andrea Bocelli, per Roger Waters in occasione della prima mondiale della sua opera Ça Ira. Ma sapevo che essere musicista non sarebbe stata la mia professione. Volevo lavorare per la musica e nella musica, ma in un’altra forma. Ho iniziato nel 2003 organizzando eventi, poi come ufficio stampa, comunicazione e social management: non mi sono più fermata. Nel 2005, a 22 anni, ho fondato con altri soci un’agenzia di comunicazione dove ho lavorato per un decennio, acquisendo un’impostazione razionale del mio lavoro e scoprendo dentro di me una passione e una caparbietà che non conoscevo e che mi ha portata a lavorare instancabilmente fino a 16-17 ore al giorno. Nel frattempo mi sono iscritta all’università: volevo frequentare musicologia a Cremona, poi ho optato per il Dams Musica di Tor Vergata dove mi sono laureata con una tesi sui social network e in particolare su MySpace, che era la piattaforma più utilizzata all’epoca. Avevo individuato nei social una risorsa preziosa per un nuovo marketing e la mia tesi riguardava l’utilizzo nel settore della musica classica e lirica per favorire un rinnovamento generazionale del suo pubblico. Ho ancora in mente (e nel computer) tanti progetti per questa ‘mission’, che mi è molto cara. Un ambito che mi sta molto a cuore è l’insegnamento: da tanti anni sono docente per master, corsi universitari e corsi brevi, molti dei quali dedicati proprio a musicisti».

Hai collaborato e collabori con tanti artisti: è faticoso stare dietro a loro (perché naturalmente ce ne saranno di quelli cosiddetti normali, ma anche di quelli noiosi, rompiscatole, esigenti etc.), qual è la tua giornata tipo con un artista e se c’è, ma immagino di sì, un episodio curioso che ti è capitato con uno di loro, che ci puoi raccontare.

«Per natura, cerco di instaurare un rapporto di empatia e fiducia con l’artista/cliente. Siamo una squadra che lavora al raggiungimento dello stesso obiettivo. Anche per questo ricopro un ruolo di confidenza e riservatezza, raccogliendo dubbi e necessità. Come in ogni area della vita ci sono caratteri e personalità diverse, lavorando con gli artisti spesso si scende molto in profondità e spesso mi trovo accanto a loro durante momenti di ansia per la performance o di intensità emotiva. Parte della mia impostazione lavorativa è proprio quella di aiutare l’artista a districarsi in un ambiente caotico, mutevole, dove c’è uno scambio artistico e personale molto forte accanto a un’inevitabile competizione. I mutamenti dell’industria musicale degli ultimi dieci anni, con la sparizione di alcune figure chiave, richiedono all’artista ulteriori competenze, non solo burocratiche ma anche caratteriali: diplomazia, disponibilità alle pubbliche relazioni, pazienza. Sono caratteristiche indispensabili nel mio lavoro e spesso mi trovo a trasferirle anche all’artista, se ne ha bisogno. Anche questo fa parte del lavoro di squadra. Spesso sono invitata a tenere seminari o corsi di auto-promozione e self management per gli artisti: delle occasioni stimolanti per loro, ma anche per me».

Ad un ragazzo/a giovane che vorrebbe iniziare a fare il tuo mestiere, che cosa consiglieresti? Che studi dovrebbe fare? Quali esperienze?

«Il percorso universitario rimane importante per l’acquisizione di informazioni, per il titolo che è richiesto in molte posizioni, per la forma mentis, l’attitudine allo studio e all’approfondimento che non dovrebbe finire mai. Forse potrei consigliare come percorsi musicologia o scienze della comunicazione, ma nel frattempo iniziare già a lavorare nell’ambito prescelto. Unirsi ad un’associazione culturale, fare un tirocinio, collaborare con qualche testata o qualche club. Acquisire tante competenze e una visione a tutto tondo del settore. Essere preparati sia a livello teorico che pratico. Non ‘adagiarsi’ mai, non impiegare tempo nel criticare gli altri, non lasciarsi scoraggiare dagli ostacoli ma trovare la soluzione migliore per affrontarli. Limitare tv, Netflix & co. e tutto ciò che ci ruba il tempo e che non ci aiuta ad essere migliori. Non sono solo parole, ma una necessità per sopravvivere nella società di oggi».

Tornando ai tanti artisti con cui collabori, ce ne sono alcuni/e con cui hai un rapporto che va al di là di quello prettamente professionale, voglio dire con cui sei diventata anche amica?

«Mi sento fortunata: ho incontrato tanti artisti e ‘clienti’ che nel tempo sono diventati grandi amici. La prima che mi viene in mente è Greta Panettieri, che è diventata una delle mie migliori amiche. Ci divertiamo moltissimo insieme e ogni volta che mi confido con lei, scopro quanto è saggia e autentica, come persona e come artista».

Dato il lavoro che fai, puoi vedere il mondo dal jazz e non solo da un osservatorio particolare. Mi citi qualche artista giovane che è destinato a diventare un ‘big’ nel futuro?

«Da pochi giorni ho iniziato a collaborare con il chitarrista e compositore Francesco Zampini, il 6 ottobre è uscito il suo secondo disco. Un ragazzo molto intelligente e un ottimo strumentista. Un altro giovanissimo con cui ho collaborato in passato, e che stimo, è il pianista Manuel Magrini».

Classica domanda finale: progetti attuali e futuri? E il classico sogno nel cassetto, se ce l’hai.

«I sogni nel cassetto sono due: il primo è quello di sempre, lavorare ad un progetto su scala nazionale per coinvolgere i giovani nella conoscenza del nostro patrimonio lirico e classico. Il secondo non l’ho mai svelato a nessuno, o quasi: mi divertirebbe tantissimo lavorare in radio. Spesso mi capita di essere ospite per presentare artisti ed eventi o raccontare il mio lavoro, ma mi piacerebbe molto lavorare stabilmente ad un programm Con Greta Panettieri, che a mio avviso è una speaker nata, abbiamo registrato anche delle puntate zero di un format, poi lei è partita per un lungo tour e io sono stata improvvisamente travolta da progetti paralleli, quindi attendo che l’occasione arrivi in maniera naturale, come è bello che sia. Nel frattempo sta iniziando il mio secondo anno di insegnamento alla University of the West of Scotland: una università scozzese che ha un campus a Roma dove insegno music business per il Bachelor of Arts Commercial Music. Inoltre continuo a insegnare materie come ufficio stampa, auto-promozione per artisti musicisti e personal branding in diverse realtà tra cui l’Art Village di Roma. Amo molto il settore della formazione e sono felice di continuare in questa direzione. Sul piano della promozione, sto seguendo l’uscita di diversi album con grandissimi artisti, ampliando la promozione anche all’estero. Tra loro Martin Wind che ha appena pubblicato un album con Philip Catherine e Ack van Rooyen, e poi Cettina Donato e l’attore e regista Ninni Bruschetta con un grande progetto, poetico ed emozionante. Ho recentemente assistito alla nascita del nuovo disco di Israel Varela ‘Frida en Silencio’, con un cast stellare e cosmopolita, un vero capolavoro pieno di autenticità e amore».

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