Fontana di piazza Tacito a Terni, lo scontro prosegue. A pochi giorni di distanza dalla spiegazione tecnica dell’assessore ai lavori pubblici Benedetta Salvati, è il M5S a tornare all’attacco basandosi sulla missiva inviata dalla soprintendenza.

M5S al contrattacco
«La formazione della patina, dovuta presumibilmente a depositi calcarei, va contrastata monitorando i valori di Ph e cloro dell’acqua ed è altresì importante utilizzare metodologie d’intervento idonee per le operazioni di pulitura». Questo il passaggio della soprintendenza riportato dai pentastellati per rispolverare la questione: «I problemi della fontana di piazza Tacito, appena restaurata, non sono una invenzione del Movimento Cinque Stelle sporco e cattivo. Ora abbiamo anche la risposta della soprintendenza, alla quale ci siamo rivolti nei giorni scorsi, che parla esplicitamente di patina sui mosaici e invita l’amministrazione comunale a fare molta attenzione nelle operazioni di manutenzione e pulizia. Chiediamo dunque alle strutture comunali che si occupano di disporre gli interventi di manutenzione di relazionarsi con la soprintendenza perché da questa arrivano indicazioni preziose sulla necessità del monitoraggio per capire cosa stia succedendo e quali sono quindi le possibili cause. È evidente a tutti i ternani che il catino della fontana è di nuovo ricoperto da una patina che continua ad essere di colore marrone. Un particolare quest’ultimo che rappresenta una vera e propria anomalia, ancora più inquietante in quanto al momento non trova spiegazioni. Abbiamo chiesto delucidazioni all’assessore ai lavori pubblici che non ha saputo andare oltre alle accuse di disfattismo verso le opposizioni. Poco o nulla ci ha detto su cosa sia successo nelle fasi di riempimento del catino e delle pompe e soprattutto non ci ha detto perché si verifica questa situazione. Ad oggi non siamo a conoscenza di analisi chimiche dell’acqua e della patina. Ad oggi non sappiamo se il sistema di filtri stia funzionando al meglio e non sappiamo perché un impianto tecnico di recentissima realizzazione stia clamorosamente venendo meno alla sua funzione, quella appunto di evitare incrostazioni, per di più colorate. Noi continuiamo – concludono – a pensare che occorra fare chiarezza e attivarsi per trovare una soluzione a un problema finora sostanzialmente negato. Si tratta di risposte dovute a un monumento identitario, ai tanti soldi pubblici spesi, al fondamentale concorso degli sponsor, primi fra tutti la fondazione Carit».