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Home » Frodi fiscali su alcolici, un arresto a Spoleto

Frodi fiscali su alcolici, un arresto a Spoleto

di Simone Francioli
20 Settembre 2017
in Dal territorio
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
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Riguarda anche l’Umbria, ed in particolare Spoleto (Perugia), l’indagine denominata ‘Meeting’ condotta dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Rieti, in sinergia con il Gico dell Fiamme Gialle di Ancona e i funzionari del Servizio centrale antifrode delle dogane di Roma e B0logna. Otto in tutto gli arresti eseguiti martedì su richiesta della procura di Rieti, nei confronti di altrettanti soggetti facenti parte di un’associazione per delinquere transnazionale dedita alla commissione di frodi alle accise ed all’Iva.

Otto arresti Le ordinanze di custodia cautelari sono state eseguite nei confronti di soggetti residenti sia in Italia (a Spoleto, Roma e Ancona) che all’estero (Inghilterra e Romania). Tra il gennaio del 2015 e il giugno 2016 avrebbero immesso sul mercato prodotti alcolici in assoluta evasione d’accisa ed Iva.

Il ‘sistema’ «L’operazione ‘Meeting’ – spiegano dal comando provinciale della Guardia di finanza di Rieti – ha permesso di disarticolare un sodalizio criminale operante su tutto il territorio nazionale che, attraverso la presentazione di documenti doganali falsi, faceva risultare esportata dal porto di Ancona verso paesi dell’Africa centrale, merce proveniente in regime di sospensione d’imposta dai depositi fiscali di altri paesi europei. In particolare l’attività investigativa ha accertato che alcuni finanziatori indo-pakistani della ‘city’ di Londra, attraverso la mediazione di broker italiani e rumeni residenti all’estero, ‘offrivano’ per ogni falsa spedizione all’estero un compenso di circa 12 mila curo. Il sodalizio, grazie alla connivenza di spedizionieri e un funzionario pubblico corrotti, riusciva a ‘regolarizzare’ le movimentazioni delle merci attraverso l’emissione di falsi documenti amministrativi elettronici denominati ‘e-AD’».

Maxi evasione Â«Tali documenti che hanno sostituito i vecchi formulari cartacei – proseguono le Fiamme Gialle – sono obbligatori per accompagnare la circolazione dei prodotti soggetti ad accise circolanti, sia a livello nazionale che a livello comunitario, in sospensione di tale imposta. Il disegno criminoso prevedeva l’effettiva immissione in consumo delle bevande alcoliche all’interno dell’Unione Europea e del territorio nazionale, in luoghi diversi da quelli dichiarati documentalmente, facendo sì che gli effettivi destinatari della merce potessero evitare il pagamento dell’accisa (oltreché degli altri tributi) per la loro commercializzazione. Sono stati quantificati in circa 1.200 tonnellate i vari prodotti, prevalentemente alcolici, consumati in frode, per un valore commerciale di oltre 6 milioni di euro ed un’evasione dell’accisa e dell’Iva di 4 milioni di euro, cui va aggiunta, per la commercializzazione ‘in nero’ dei prodotti, un’ingente evasione all’imposizione diretta. Al fine di definire compiutamente ruoli e competenze di ogni singolo membro dell’associazione a delinquere, sono state eseguite mirate e continuative attività di appostamento e pedinamento nei confronti degli indagati».

La ‘mente’ a Spoleto È stato cosi individuato un soggetto residente a Spoleto, risultato essere non solo il collegamento con i referenti di un più vasto gruppo criminale inglese e rumeno, ma anche colui che, con l’ausilio di un ‘faccendiere’ di Roma, dirigeva sul suolo nazionale le varie attività illecite con il successivo coinvolgimento di un funzionario pubblico corrotto, di una guardia giurata e di due spedizionieri, tutti in servizio presso il porto di Ancona. È stato possibile monitorare una lunga serie di incontri tra gli affiliati all’organizzazione criminale, nonché alcuni passaggi di denaro attraverso il pedinamento dei corrieri (due polacchi e un italiano) incaricati di consegnare i soldi una volta completata l’operazione, all’interno di valigette depositate in camere di albergo del centro Italia».

Le dimensioni dell’operazione «L’attività dei finanzieri e dei doganieri – ricorda il Nucleo di polizia tributaria della Finanza di Rieti – aveva trovato il suo apice nel 2016 con il sequestro, all’interno di un deposito fiscale di Spoleto, di 22.051 chilogrammi di vodka tipo ‘Dannoff’ e la denuncia a piede libero di tre responsabili. Anche in questo caso era stata accertata la spedizione fittizia della merce. Nello stesso contesto gli operanti avevano avuto modo di individuare anche un ulteriore traffico di prodotti alcolici posto in essere da cittadini italiani residenti a Caserta, conclusosi con il sequestro di oltre 56 mila chilogrammi di alcol puro e di un’autocisterna, la denuncia di tre responsabili. Ai membri dell’organizzazione criminale è stato contestato, a vario titolo, il reato di associazione a delinquere finalizzata alla sottrazione ed al pagamento delle accise, nonché quelli di corruzione e falsità in atti, il tutto con l’aggravante della transnazionalità della condotta criminale, reati per i quali sono previsti fino a 16 anni di reclusione. Complessivamente, nel corso delle indagini nello specifico settore, sono stati segnalati 33 soggetti all’autorità giudiziaria. Ancora una volta prosegue incessante ed in sinergia l’attività di contrasto alle frodi fiscali, sia da parte delle due istituzioni principalmente impegnate sul fronte della salvaguardia del bilancio comunitario e nazionale, sia da parte delle competenti autorità giudiziarie».

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