Gabrielli a Terni: «Il Tricolore è inclusione»

Il capo della polizia al Gazzoli con studenti, sindaci e stranieri. «Qui ricordo Enrico Micheli, uomo delle istituzioni»

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di F.L.

Una mattinata all’insegna dell’amore, per l’Italia e con lei per i simboli che l’identificano, ma anche del dialogo e dell’integrazione: è quella andata in scena giovedì a palazzo Gazzoli, alla presenza del capo della polizia, il prefetto Franco Gabrielli, nell’ambito della Giornata dell’amore per il Tricolore organizzata dalla questura di Terni. Un modo per festeggiare non solo San Valentino, ma anche il simbolo della Patria, della libertà e della coesione sociale.

Gli interventi tra musica e teatro

Dopo il saluto del questore, Roberto Massucci – «il Tricolore è un valore assoluto del nostro Paese, oggi provo uno straordinario sentimento di amicia istituzionale intorno all’idea di rendergli onore» ha sottolineato -, del prefetto Emilio Dario Sensi e del sindaco Leonardo Latini, sono intervenuti anche il presidente dell’Associazione nazionale degli insigniti dell’Ordine al Merito della Repubblica, Tommaso Bove, e il prefetto Francesco Tagliente. La cerimonia – presentata dal giornalista Rai Marco Mazzocchi – è poi proseguita con l’esibizione della Fanfara della polizia di Stato, che ha eseguito l’Inno di Mameli, e con un’interpretazione del vice ispettore Stefano De Majo sul tema ‘La polizia e il Tricolore’. A concludere la giornata l’intervento del capo della polizia Gabrielli.

Le parole del capo della polizia

In sala, oltre ai sindaci della provincia, erano presenti gli studenti delle scuole ‘Casagrande-Cesi’ e ‘Pertini’, ma anche i rappresentanti delle comunità straniere insediate in città. «Sono un convinto assertore che tanto si è convinti della propria origine e dei propri valori, tanto più si è disponibili ad accogliere. I vessilli non vanno vissuti come elemento identitario esclusivo, ma come riaffermazione della nostra storia e delle nostre tradizioni, senza appunto esclusioni» ha detto Gabrielli, sottolineando l’importanza della presenza dei rappresentanti immigrati. E agli studenti ha detto: «Solo voi potete ricostruire un percorso di riappropriazione del nostro vessillo scevra da strumentalizzazioni». Nel corso del suo discorso Gabrielli ha voluto ricordare anche un ternano, Enrico Micheli, con il quale ha lavorato, definendolo «un grande rappresentante delle istituzioni, che – ha spiegato – mi ha insegnato uno straordinario attaccamento alla Repubblica». Sulla situazione della sicurezza nel territorio ha poi concluso: «Non ha per fortuna forme criminali particolarmente virulente, ma siamo chiamati a fare molta attenzione, senza cullarci. L’imperativo è mantenere questi livelli».

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