Partita da Spoleto la 26esima edizione della rievocazione storica del Motogiro d’Italia, granfondo delle moto d’epoca organizzata dal Moto club Terni in collaborazione con la Federazione motociclistica italiana e internazionale.

La celebrazione Il via รจ stato dato da Remo Venturi, ex pilota, ormai 90enne ma ancora in splendida forma. La scelta non รจ casuale: sono infatti trascorsi 60 anni dall’ultima edizione del Motogiro agonistico, vinto proprio da Remo Venturi in sella alla sua MV Agusta 175 sport rapido alla straordinaria media di oltre 105 chilometri orari, su strade aperte al traffico e in parte bianche.
Le tappe La carovana di moto storiche percorrerร oltre 1500 chilometri – divisi in sei tappe – sulle strade di Umbria, Marche, Lazio e Toscana. La prima tappa (297) aveva partenza e arrivo da Spoleto con percorso che toccava, fra le altre, le cittร di Acquasparta, Montecastrilli, Avigliano Umbro, Amelia, Attigliano, Ronciglione, Bracciano, Vallelunga, Civita Castellana, Narni e Terni. La seconda prevede il transito nelle Marche attraverso Colfiorito. La quarta tornerร in Umbria per toccare Assisi: in un primo momento era prevista la tappa a Norcia, sostituita con la cittร serafica dopo il terremoto.
Ritorno a Spoleto Ultime due tappe umbre con transiti presso le Grotte di Frasassi, Colle Giglioni, Fabriano, Fossato di Vico, Gualdo Tadino, San Presto, Pian della Pieve, Santa Maria degli Angeli, Bettona, Deruta, Todi, Prodo, Orvieto, Sarteano, Cittร della Pieve, Piegaro, Tavernelle, Castel del Piano, Pila, San Martino Delfico, Madonna del Piano, Ponte San Giovanni, Ponte Valleceppi, SantโEgidio e Petrignano. L’ultima tappa, la sesta, riporterร la carovana a Spoleto.
Adesione internazionale Alla partenza delegazioni provenienti da Olanda, Germania, Stati Uniti, Spagna e Inghilterra e squadre di case motociclistiche come Ducati, MV Agusta, Mondial, Gilera, Bianchi e Rumy, tutte moto che hanno partecipato alla gara degli anni cinquanta e hanno fatto la storia del motociclismo. Non mancano anche veri e propri gioielli della meccanica ormai rarissimi come la Rudge Ulster 500 del 1937 o la Vincent Black Shadow 1000 del 1948 che fanno buona compagnia alla Velocette MSS 500 e alla Harley Davidson Liberator 750, entrambe dellโimmediato dopo guerra. Fra gli oltre 100 partecipanti, anche personaggi del mondo dello sport e dello spettacolo.