Il sommergibile che ha fatto la storia d’Italia ‘rinasce’ a Narni

La Adamantis ha ricostruito il sottomarino utilizzato nel film ‘Il Comandante’ con Pierfrancesco Favino. Riprese a Taranto

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di Fra.Tor.

Componente per componente, ogni minimo dettaglio non è stato lasciato al caso. Ci sono voluti più di cinque mesi di lavoro per completare l’opera e ora si può dare il via alle riprese. Alla Adamantis di Narni, azienda operante nel settore metalmeccanico nella provincia di Terni, è stato ricostruito – in collaborazione con Cinecittà – il simulacro del sommergibile Cappellini del 1940 che è diventato il set del film di Edoardo De Angelis, ‘Il Comandante’, con Pierfrancesco Favino nel ruolo di Salvatore Todaro, eroe dei mari e negli anni della seconda Guerra mondiale a capo del Cappellini, unità della Regia Marina.

La ricostruzione in ogni dettaglio

«Per le riprese del film – raccontano gli operai della Adamantis – Cinecittà ci ha commissionato di ricostruire in ogni dettaglio il simulacro del sommergibile Cappellini. È lungo 73 metri per 70 tonnellate di acciaio, ricreato a partire dai progetti provenienti dall’Ufficio storico della Marina Militare. Una riproduzione accurata per la quale abbiamo impiegato più di 5 mesi di lavoro. Il sommergibile è stato poi smontato e trasportato all’interno del bacino dell’arsenale della Marina Militare di Taranto, dove è stato da noi rimontato sopra ad un apposito pontone di galleggiamento. Il bacino è stato poi allagato per consentire la navigazione trainata del sommergibile attraverso il Mare Piccolo di Taranto e si è dato così inizio alle riprese del film da parte della produzione». Non è la prima volta, spiegano dall’azienda, «che Cinecittà ci affida degli incarichi per la realizzazione di materiale per set cinematografico, ma mai come questa volta. È stato un lavoro complesso, delicato ed impegnativo, che ci ha dato grandissima soddisfazione grazie all’impeccabile lavoro svolto dai nostri operai. E ora aspettiamo il prossimo impegno».


LE FOTO


La storia de ‘Il Comandante’

Il film, diretto da Edoardo De Angelis, è ambientato durante la seconda Guerra mondiale e vede protagonista Salvatore Todaro (Pierfrancesco Favino), che comanda il sommergibile Cappellini della Regia Marina alla sua maniera: prua rinforzata in acciaio per improbabili speronamenti, colpi di cannone sparati in emersione per affrontare faccia a faccia il nemico e un equipaggio armato di pugnale per impossibili corpo a corpo. Nell’ottobre del 1940, mentre naviga in Atlantico, nel buio della notte si profila la sagoma di un mercantile che viaggia a luci spente, il Kabalo, che in seguito si scoprirà di nazionalità belga e che apre improvvisamente il fuoco contro il sommergibile e l’equipaggio italiano. Scoppia una una breve ma violenta battaglia nella quale il comandante Todaro affonda il mercantile a colpi di cannone. Ed è a questo punto che il comandante prende una decisione destinata a fare la storia: salvare i 26 naufraghi belgi condannati ad affogare in mezzo all’oceano per sbarcarli nel porto sicuro più vicino, come previsto dalla legge del mare. Per accoglierli a bordo sarà costretto a navigare in emersione per tre giorni, rendendosi visibile alle forze nemiche e mettendo a repentaglio la sua vita e quella dei suoi uomini. Quando il capitano del Kabalo, sbarcando nella baia di Santa Maria delle Azzorre, gli chiede perché si sia esposto a un tale rischio contravvenendo alle direttive del suo stesso comando, il comandante Todaro risponde con le parole che lo hanno reso una leggenda: «Perché noi siamo italiani».

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