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Home » Inceneritori, M5S-Lega: «La Regione si fermi»

Inceneritori, M5S-Lega: «La Regione si fermi»

di Redattore
10 Marzo 2017
in Economia, Politica
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
LA protesta congiunta Lega-M5S

LA protesta congiunta Lega-M5S

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Tornare indietro si può, anzi si deve. Movimento Cinque Stelle e Lega Nord lo dicono con parole e modi diversi ma sostanzialmente chiedono la stessa cosa: fermare l’autorizzazione per gli impianti di Terni e riconsiderare la politica di gestione dei rifiuti.

La protesta Era questo, in buona sostanza, il contenuto della mozione urgente presentata nell’ultimo consiglio regionale. I firmatari – Liberati (M5S) e Fiorini (Lega) – chiedevano anche di individuare nuovi e più stringenti limiti emissivi nell’ambito della pianificazione regionale, tali da renderla di fatto un ostacolo alla realizzazione di nuovi impianti.

PARLANO M5S E LEGA NORD – IL VIDEO

Andrea Liberati – Emanuele Fiorini

Uniti ma divisi La proposta non è stata nemmeno discussa ed è per questo motivo che è cominciata la clamorosa protesta dei consiglieri dei gruppi Cinque Stelle e Lega Nord, che hanno occupato (e tuttora occupano) l’aula dell’assemblea regionale. Acme della protesta, giovedì sera, con una manifestazione all’esterno del palazzo della Regione. Protesta congiunta, ma conferenze separate, a rimarcare che pur avendo firmato insieme la proposta le differenze di approccio permangono.

Mozione congiunta

Mozione in calendario Martedì la mozione sarà discussa in consiglio regionale ed è probabile che quello sarà anche l’ultimo giorno di protesta per i 4 ‘occupanti’ (con Liberati e Fiorini ci sono anche Carbonari e Mancini), che avevano cominciato questa protesta proprio per le mancate risposte della giunta regionale, in particolare dell’assessore Fernanda Cecchini. Ovviamente, l’auspicio di M5S e Lega è che la posizione della Regione cambi, prendendo in considerazione anche l’idea di negare l’autorizzazione, cosa che al momento sembra non essere nelle intenzioni della Giunta Marini.

Mani legate Sostanzialmente, la linea della Regione è questa: le autorizzazioni sono già arrivate dalla Provincia a suo tempo. Siccome non ci sono evidenze scientifiche della correlazione fra emissioni e patologie tumorali e siccome la legge dà potere ai dirigenti di concedere o meno tali autorizzazioni, la parte politica ha in qualche modo le ‘mani legate’ rispetto a questo tema, pur sposando, in linea di principio, l’idea di un approccio diverso alla gestione dei rifiuti in Umbria (contro le ciminiere e a favore della differenziata). Non se la sentono, insomma, di correre il rischio di commettere un abuso d’ufficio, seppur per motivazioni condivisibili come la tutela della salute pubblica.

Piena facoltà Giustificazione che non convince i consiglieri e gli attivisti dei due movimenti. In particolare Liberati, che risponde in punta di diritto e, durante la protesta pubblica, offre sul vassoio a Fernanda Cecchini e Catiuscia Marini non una, ma due scappatoie: «La Regione ha piena facoltà di intervenire in autotutela – assicura -considerando che questi atti sono già oggetto dell’attenzione della magistratura e quindi si rischierebbe (concedendo l’autorizzazione) di andare contro la legge. Inoltre – aggiunge Liberati – va considerato che i comuni coinvolti non sono mai stati interpellati e questo è un altro elemento che potrebbe fornire alla Regione le armi giuste per opporsi». 

Gli altri comuni «Nella conca di Terni – spiega il capogruppo M5S – non c’è solo il comune ternano. Ci sono anche altri comuni, nel giro di pochi chilometri, che non sono stati coinvolti nella discussione: Narni, Sangemini e Stroncone. Vorremmo che questi sindaci si esprimano perché anche quei territori subiscono le conseguenze delle emissioni. Perché non sono stati interpellati?». E dal gruppo degli attivisti qualcuno aggiunge polemico: «Usino la stessa veemenza che hanno usato contro la tenda».

In gioco il destino «In questo mese si deciderà il destino di queste comunità per i prossimi 20-30 anni», incalza Liberati indicando gli attivisti arrivati dal ternano, muniti di cartelli gialli con scritte contro l’inceneritore. Oltre alla collega di assemblea Carbonari, ci sono diversi consiglieri del Comune di Terni e decine di simpatizzanti, controllati a vista da numerosi agenti della Polizia, arrivati con due camionette ma per fortuna inoperosi.

Interrogazione al Ministro Per la Lega, che ha tenuto la conferenza subito dopo, uno striscione bianco e qualche bandiera. Oltre agli ‘occupanti’ Mancini e Fiorini, c’era il senatore Stefano Candiani, commissario del partito in Umbria, che in giornata aveva portato l’argomento all’attenzione del governo, con una interrogazione al Ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti.

130mila tonnellate «Contrariamente alle rassicurazioni fornite in merito dall’assessore regionale Cecchini e dalla presidente della Regione Marini – ha detto Candiani – il Consiglio dei ministri ha previsto la realizzazione in Umbria di un inceneritore della capacità di 130mila tonnellate annue». Una decisione che potrebbe dare il colpo di grazia ad una comunità già martoriata dall’inquinamento atmosferico.

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