Inceneritori, martedì dibattito in Regione

Perugia, si discuterà delle possibili alternative: Terni è molto interessata

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La questione inceneritori, martedì, sarà di nuovo al centro dell’attenzione. In programma, infatti, c’è la discussione, in consiglio regionale, della mozione – presentata da Claudio Ricci e Sergio De Vincenzi (Rp), Valerio Mancini, Emanuele Fiorini (Ln), Marco Squarta (FdI), Raffaele Nevi (Fi) – su ‘Adozione di iniziative da parte della giunta
regionale volte ad evitare la realizzazione, prevista dal governo nazionale, di un nuovo inceneritore nel territorio
regionale e volte, al contempo, allo sviluppo di un progetto energetico alternativo e innovativo per l’Umbria’.

La Regione Sul tema, che aveva fatto registrare le prese di posizione del Comune di Terni, relativo agli impianti di incenerimento rifiuti ‘Terni Biomassa’ e ‘Acea’, e di quello di Narni la Regione aveva già sottolineato come qualsiasi autorizzazione debba passare attraverso una verifica «attenta e scientifica» delle conseguenze sul piano ambientale, per un territorio già gravato dall’inquinamento.

INCENERITORI: LA PROTESTA A TERNI

L’indagine La risposta della giunta, si ipotizza, non potrà essere diversa da quanto già emerso nei giorni scorsi: la volontà di dar vita ad «un percorso di approfondimento sui temi della tutela della salute e dell’ambiente in relazione alla fragilità ambientale del territorio ternano», con particolare riferimento alla qualità dell’aria. In base al quale determinare «l’attivazione di percorsi tecnici e l’utilizzo delle migliori tecnologie da parte delle imprese operanti, a tutela della salute e della sicurezza dei cittadini».

‘Sblocca Italia’ Fermo restando che, prima di tutto, ci saranno da verificare – per il momento sono chiare e ‘pesanti’ – le intenzioni del governo Renzi, che attraverso il decreto ‘Sblocca Italia’ prevede dodici nuovi inceneritori nel nostro Paese, uno dei dovrebbe essere realizzato in Umbria, a prescindere dai pareri degli enti locali. Una decisione contestata dalla Regione, che dovrà far valere la propria posizione nell’ambito della conferenza Stato-Regioni e che, non è escluso, potrebbe condurre a strascichi sul piano della giustizia amministrativa.

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