di Sandro Corsi
Presidente coop sociale Actl – Terni
Ho attentamente ascoltato e parimenti letto, nei mezzi di comunicazione, le parole e frasi pronunciate dal procuratore della Repubblica Alberto Liguori con oggetto la nomata inchiesta ‘Spada’.
Come ben sanno il procuratore ed i cittadini, anche nell’itinere della stessa, pur nell’assoluto e doveroso rispetto dell’azione della magistratura requirente, non mi sono mai sottratto a pubbliche dichiarazioni e necessarie iniziative sociali e comunicative volte a contemperare gli effetti dell’influente quanto oggettivo portato mediatico di una inchiesta così eclatante nella nostra amata città.
In ragione di ciò sento ancor più il dovere morale, poiché nella nostra costituzione è inoppugnabile da alcuno l’articolo 21, di scrivere che quando il procuratore, argomentando sull’inchiesta ‘Spada’, afferma sul ‘come possa un appalto andare in proroga per 20 anni’, che ciò non riguarda tale inchiesta né altre procedure riferite alle coop sociali, poiché come da contestazione della procura il periodo più lungo di proroga di 5 anni e 3 mesi riguardava il servizio del verde cimiteriale affidato alla cooperativa Ultraservizi che non fa riferimento né a Legacoop ne Confcooperative di cui sono, ormai attempato, dirigente.
La seconda affermazione, sempre riferita all’inchiesta, merita una puntualizzazione ove lo stesso dichiara che ‘Spada nasce prima del mio insediamento’: è sicuramente veritiera negli aspetti formali, ovvero il dirigente preposto della questura invia la comunicazione di notizie di reato alla procura il 24 marzo 2016 mentre il procuratore si insedia ufficialmente e giura i primi di aprile, pur essendo a Terni sin da febbraio. Ma la considerazione sulla quale intendo ancor più fare sottolineatura e civile critica è ove il Liguori afferma che l’inchiesta si sia focalizzata sul ‘fenomeno di curvatura di deviazione di gestione della cosa pubblica’ ed il tema della stessa ‘non era sanzionatorio ma propositivo, come formare i quadri amministrativi di un ente locale’.
Ora se ciò era il fine, bastava un convegno riservato o pubblico, un breve e cogente stage formativo ed invece sono andati a processo, per mero rimembrar, un sindaco (arrestato), quindici assessori, tre dirigenti, un imprenditore, il sottoscritto ed altri prosciolti in sede preliminare: tutti assolti perché il fatto non sussiste, verum ipsum factum, e la procura non ha esercitato il suo diritto al ricorso.
Tutti si ricordano la spettacolarizzazione delle procedure, centinaia di addetti delle forze dell’ordine mobilitati, l’elicottero che volteggiava sulla città, gli scatoloni di carte sequestrate la maggior parte di delibere pubblicate, mancavano solo i mezzi anfibi sul Nera. Vede dottor Liguori, il migliorare o cacciare i quadri degli enti locali o di altre istituzioni spetta ai cittadini elettori non alle procure. Per questo come già presidente del comitato di Terni per i referendum sulla giustizia, auspico una pubblica iniziativa con l’allora presidente, ed oggi con grande personale soddisfazione e speranza ministro Nordio, perché la riforma della giustizia, la separazione delle carriere, la riforma del Csm con il ritorno delle correnti, di cui lei è stato un significativo protagonista, al loro alveo culturale e formativo, spettano al parlamento ma tutto ciò deve coinvolgere i cittadini affinché possano avere piena fiducia nella giustizia.
Questa nota, mi creda e scusi la diretta interlocuzione ma siamo entrambi cittadini sottoposti alle stesse leggi ed ai medesimi doveri, non nasce da capziosa istanza puntineggiante ma dalla mia formazione, nella Roma degli anni ’70 con la guida di costituenti come Vittorio Foa e Lelio Basso e poi nel Pci ove mi hanno insegnato che i diritti non si chiedono con inchino e cappello in mano ma a fronte alta, con rispetto e senza paura. Davvero le auguro di proseguire nel bene la sua carriera nelle sedi che merita e che il Csm le accorderà.