Italia, misure prorogate fino al 3 maggio

Qualche modifica ma la sostanza non cambia: «Stringiamo i denti». E poi attacca Salvini e Meloni: «Menzogne che indeboliscono l’Italia»

Condividi questo articolo su

Conferenza stampa nella prima serata di venerdì 10 aprile del presidente del Consiglio Giuseppe Conte sull’emergenza coronavirus.

EMERGENZA CORONAVIRUS – UMBRIAON

Il premier ha esordito così: «Proroghiamo le misure restrittive fino al 3 maggio. Decisione difficile ma necessaria di cui mi assumo tutte le responsabilità politiche. Ho consultato i ministri, le associazioni di categoria, il comitato tecnico scientifico che ci ha confermato che i segnali della curva epidemiologica sono incoraggianti. Le misure stanno dando dei frutti e funzionando. Ma proprio per questo non possiamo vanificare gli sforzi finora compiuti. Perdere i risultati ottenuti sarebbe una frustrazione per tutti: continuiamo a mantenere alta la soglia dell’attenzione. Facciamolo anche ora che siamo prossimi alla Pasqua, lo faremo per i ponti del 25 aprile e del 1° maggio. Siamo tutti impazienti di ripartire e la speranza è che dopo il 3 maggio si possa ripartire con cautela, gradualità, ma ripartire. Dipenderà da noi: rispettiamo le regole anche in questi giorni di festa mantenendo le distanze sociali. Dobiamo continuare ad abbassare l’indice di contagio».

«La proroga – ha detto Conte – vale anche per le attività produttive. Non siamo ancora nelle condizioni di poter ripartire a pieno regime e dobbiamo attendere ancora. Posso promettere però che se anche prima del 3 maggio si verificassero le condizioni giuste, cercheremo di provvedere di conseguenza. C’è comunque qualche piccola variazione sulle attività produttive: cartolibrerie, librerie, negozi per bambini e neonati potranno aprire. Allo stesso modo la silvicoltura potrà tornare ad operare, come le attività varie forestali. Il lavoro per la ‘fase due’ è già partito. Non possiamo aspettare che il virus scompaia del tutto dal nostro territorio. Per questo stiamo lavorando ad un programma con due pilastri: un gruppo di lavoro di esperti presieduto da Vittorio Colao e un protocollo di sicurezza sui luoghi di lavoro basato su quanto già stabilito a marzo con le parti sociali, sarà la nostra Bibbia».

Il premier ha anche parlato di Europa: «Serviranno in questa situazione almeno 1.500 miliardi di euro per fronteggiare l’emergenza a livello europeo. Nulla di simile dalla seconda guerra mondiale. Le proposte ieri messe sul tavolo dai leader, dai ministri delle finanze dei governi europei, sono un primo passo che l’Italia giudica ancora insufficiente. Si deve lavorare per costruire qualcosa di più ambizioso. Serve un fondo da finanziare con una vera condivisione economica dello sforzo. Come i ‘famosi’ Eurobond: il fondo deve avere una potenza di fuoco di un’economia di guerra. Un fondo subito disponibile, che non può tardare, altrimenti deprimeremo ancora di più il tessuto socio economico. Le proposte dell’eurogruppo contengono anche misure sociali, come la cassa integrazione per la quale sono stati messi a disposizione 100 miliardi. Ma il nostro obiettivo sono gli Eurobond. Sul Mes vedo che in Italia c’è un dibattito legittimo e vivace: è sana democrazia questa e torneremo a discuterne in parlamento. Mi corre l’obbligo di fare però alcune precisazioni: il Mes esiste dal 2012, non è stato attivato la scorsa notte come falsamente dichiarato da Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Lo stanno ripetendo dalla scorsa notte e non è così. Queste menzogne fanno male a tutti e rischiano di indebolire non il premier Conte, ma l’intera Italia perché è un negoziato difficilissimo. Questo governo non lavora con il favore delle tenebre, ma guarda in faccia gli italiani e porta avanti tutto con chiarezza. Su richiesta di alcuni Stati membri, non dell’Italia, l’eurogruppo ha lavorato alla proposta di una linea di credito collegata al Mes ma totalmente nuova rispetto a quelle esistenti. Infine l’Italia non ha firmato alcuna attivazione del Mes, non ne ha bisogno. Perché l’Italia ritiene il Mes totalmente inadeguato e inadatto all’emergenza che stiamo vivendo. L’ho già chiarito a tutti i leader miei omologhi. Ci stiamo battendo per avere un ventaglio di strumenti innovativi e lo faremo con determinazione. Ieri però è accaduto qualcosa di nuovo: c’è un intero paragrafo destinato ad accogliere la nostra prospettiva dell’Eurobond».

LEGGI IL NUOVO DECRETO DELLA PDCM DEL 10 APRILE 2020

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli