«È un giorno bello e allo stesso tempo un po’ triste, perché si chiudono 70 anni di una storia che parla di lavoro, che racconta di una famiglia che tanto ha dato e altrettanto ricevuto, soprattutto sul piano umano». C’è nostalgia, ma anche orgoglio e riconoscenza nelle parole di Ferdinando Donati, imprenditore ternano a cui i propri cari hanno affidato l’iter che in questi giorni ha portato alla chiusura della storica Ferramenta Donati di via Cavour. Dal 1953 sono trascorsi esattamente 70 anni e Ferdinando li ripercorre con piacere, per quanto è stato costruito, e con la consapevolezza del tempo che passa. «Negli anni il commercio è profondamente mutato – dice – e un’attività come quella di ferramenta, ormai ‘viaggia’ attraverso le grandi catene oppure online. Vale un po’ per tutti in realtà ed è anche per questo che non abbiamo pensato ad una cessione dell’attività, ma alla semplice chiusura. Chissà cosa sorgerà qui un giorno… forse un ristorante, considerando il trend». Ma il tempo, appunto, insegna che anche le mode sono passeggere. E intuire il futuro si conferma, oggi più che mai, una qualità superiore. «Il negozio venne aperto nel 1953 da mio padre Romualdo che all’epoca aveva soltanto 17 anni. Eravamo in pieno boom post bellico e c’era lavoro per tutti. Negli anni, poi, la gestione è diventata dei fratelli Donati, quando mio padre ha inteso puntare anche sul commercio di articoli per caccia e pesca e quindi di articoli sportivi (tutti ricordano il ‘Donati Sport’ di via Mancini e quindi via Beccaria, ndR). Infine il fratello minore, cioè mio zio, Gianni ha preso le redini della ferramenta conducendola fino ai giorni nostri». Sono servite quasi quattro settimane di lavoro a Ferdinando Donati per chiudere l’attività («vorrei ringraziare l’amico Rudy per il supporto materiale e non solo») e sono stati giorni pieni di ricordi ed emozioni. Da tempo lui conduce il tiro a volto ‘Cascata delle Marmore’ di Acquasparta: «Ognuno ha avuto un proprio percorso ma credo che la traccia lasciata dalla mia famiglia nella memoria e nel cuore di tanti ternani, sia sincera». Già, ed è anche per questo che merita di essere onorata anche nel momento in cui c’è da scrivere la parola ‘fine’.