La lettera ai giovani ternani: «Vi capisco ma dovete combattere»

Luigi Fiocchi, presidente del centro studi ‘Malfatti’: «L’impegno politico può cambiare le sorti di questa città»

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di Luigi Fiocchi
Presidente del centro studi ‘Malfatti’ di Terni

Sento il dovere di rivolgermi apertamente ai giovani di questa città. La consuetudine di recarsi all’estero, dove è più facile reperire un’occupazione, o comunque al di fuori del nostro territorio, è certamente gratificante nell’immediato ma ha come conseguenza anche quella di depauperare sempre più questa città. Da parte mia, nel momento in cui è stato dichiarato lo stato di default del Comune di Terni, non nascondo di aver auspicato che potesse finalmente aprirsi un dibattito serio e costruttivo circa le cause che lo hanno provocato, e mi è dispiaciuto constatare che ciò non si è verificato, il che – unito alla considerazione che il dissesto del nostro Comune era cosa purtroppo annunciata da tempo – mi ha costretto a concludere che si è ormai diffuso un clima di rassegnazione che non può certo essere di giovamento.

Gli eventi che negli ultimi tempi hanno visto coinvolti i vertici della sanità ternana, e la mortificante notizia che l’ospedale di Terni è agli ultimi posti nella classifica nazionale, fanno emergere ancora una volta la constatazione che la nostra città sembra essere niente altro che una ‘colonia’ della Regione Umbria, che la gestisce nel modo più conveniente ai propri interessi, ed è quanto mai evidente che la situazione della sanità umbra non è decisamente positiva (ed a questo riguardo mi auguro vivamente che i soggetti attualmente indagati vengano prosciolti, poiché in caso contrario la situazione sarebbe veramente grave).

Quanto al secondo ospedale che dovrebbe sorgere a Terni, noi cittadini ancora ignoriamo se esso verrà costruito con denaro pubblico o con un’operazione di project financing, eppure il suo progetto è identico a quello della nuova struttura ospedaliera che sorgerà a Perugia grazie al denaro pubblico. È ben noto che i gravi ritardi che da anni noi ternani lamentiamo pubblicamente nelle visite specialistiche ospedaliere, negli accertamenti diagnostici e clinici e nella conoscenza dei relativi esiti, non dipendono da carenze strutturali, ma dalla cronica assenza di personale sanitario e parasanitario; senza contare che l’abitudine ormai consueta di concedere l’appalto dei più disparati servizi alle società cooperative, si è rivelata del tutto inopportuna perché fonte di inefficienza: come dicevo all’inizio, non è un caso se i nostri giovani scelgono invariabilmente di recarsi all’estero in cerca di un’occupazione stabile, soddisfacente e ben retribuita, piuttosto che rimanere confinati nell’ambito di strutture – le cooperative per l’appunto – che, nate avendo come scopo non il profitto bensì quello di porre a disposizione dei propri soci e della collettività dei servizi qualificati, sembrano a volte dei contenitori per le ambizioni di alcuni politici locali, al pari dei sindacati che, dimentichi delle vere ragioni per cui sono nati, assistono a tutto questo senza reagire.

Carissimi giovani, queste mie riflessioni sono in realtà solo apparentemente negative. Esistono diversi segnali positivi di ripresa, prime fra tutti le nostre acciaierie, che continuo e continuerò a chiamare ‘nostre’ perché sono il frutto del lavoro di generazioni di ternani e che, grazie all’impegno e alla fiducia di importanti aziende private, hanno saputo negli anni portare avanti con successo molti progetti che ci auguriamo crescano ulteriormente in qualità e quantità.

Con l’approssimarsi delle elezioni previste per il prossimo anno, carissimi giovani, io vi invito ad impegnarvi per questa comunità, magari al di fuori delle strategie dei partiti politici ed evitando i cosiddetti ‘manovratori’, creando vostre liste di candidati civici, liberi e indipendenti. Può darsi, anzi è quasi certo, che tali candidati non siano graditi ai soggetti appena menzionati, come dimostrato dal fatto che nell’attuale consiliatura l’unico eletto nella lista civica è stato tenuto ‘lontano’: ma state certi che di fronte non ad uno, ma a tanti rappresentanti della comunità, davvero nuovi e indipendenti, cui rendere conto del proprio operato, molte situazioni verrebbero riviste e molti equilibri rimessi in discussione. Da ultimo: non abbiate timore dei vostri errori. Perché se è vero che i giovani possono sbagliare, è altrettanto vero che i loro errori si possono sempre perdonare.

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