La luna scende al Caos per il ‘Terni Festival’

La dodicesima edizione della manifestazione si è aperta mercoledì 20 settembre con ‘Garden State’ e ‘Museum of the Moon’

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di Fra.Tor.

Dopo l’anteprima, che ha visto come principali protagonisti la trilogia di Liv Ferracchiati e le coreografie della compagnia francese Cie Nacera Belaza, si è aperta mercoledì 20 settembre la dodicesima edizione del Terni Festival, la manifestazione interamente dedicata alla trasversalità delle arti performative contemporanee e delle arti pubbliche. Durante la giornata dedicata all’inaugurazione ufficiale del Festival, molti gli appuntamenti che si sono susseguiti e che hanno fatto esplodere l’identità di questa edizione del Terni Festival che, seppur ‘ridotta’, offrirà alla città numerosi incontri nazionali e internazionali.

IL PROGRAMMA COMPLETO

Il ‘Garden State’

‘Garden State’ Mercoledì sera ha aperto al pubblico ‘Garden State’, progetto ideato dal collettivo Mamaza fondato da Fabrice Mazliah, May Zarhy e Ioannis Mandafounis. ‘Garden State’ è parte di una serie di progetti che operano a cavallo tra performance, coreografia e installazioni denominati ‘Enacted thoughts’ pensieri in atto. Il progetto si è articolato in vari formati e si è sviluppato come una costellazione di collaborazioni coordinate e dirette da Fabrice Mazliah. In questa direzione, Terni Festival con il supporto della città di Terni e in collaborazione con l’artista, ha ri-creato la propria versione inedita del ‘Garden State’, trasformando il proprio spazio in un giardino comune, esotico ed effimero, un’eterotopia aperta a tutti. Il giardino si compone di una collezione di piante private raccolte porta a porta nelle case degli abitanti di Terni e ricomposte come un’isola esotica che sorge nella sala Carroponte del Caos, trasformandola in uno spazio ripensato totalmente e offerto alla città come zona franca da usare e abitare, in cui condividere e sognare insieme.

Il concerto del Briccialdi sotto la luna

‘Museum of the Moon’ Successivamente è stato inaugurato ‘Museum of the Moon’ dell’artista inglese Luke Jerram. La luna vera e propria rappresentata dall’artista ha un diametro di 7 metri e riproduce un’immagine dettagliata della luna, una foto di 120 dpi e di proprietà della Nasa. Secondo una scala di circa 1:500,000 ogni centimetro di questa scultura sferica illuminata dall’interno rappresenta 5 chilometri della superficie lunare. L’inaugurazione è stata accompagnata da un concerto di pianoforte curato dall’Istituto musicale Briccialdi.

L’INTERVISTA – CON TRADUZIONE – A LUKE JERRAM – VIDEO

La luna di Luke Jerram

La luna nel mondo «Nella sua storia questa luna – ha spiegato Luke Jerram – è stata e sarà presentata in molti luoghi diversi e con diverse modalità, in esterno o in luoghi coperti, così da alternare molteplici esperienze e interpretazioni del lavoro. Nel suo viaggio, da un posto all’altro, raccoglierà composizioni sonore differenti e una serie di possibili reazioni personali elaborate in risposta alla sua presenza, storie e mitologie così come riflessioni ed eventi sulle ultime scoperte scientifiche nel settore».

‘De Man in Europe’ Al teatro Secci, mercoledì sera, Lucas De Man ha presentato ‘De Man in Europe’, una lettura/performance figlia del suo progetto ‘In search of Europe’, dove Lucas ha viaggiato in 17 città e 8 nazioni per 30 giorni. Durante il suo viaggio ha intervistato più di 20 giovani creativi che stanno cercando di migliorare le società in cui vivono e la cosa che più lo ha colpito è che c’è una nuova generazione che si sta agitando in Europa e che è davvero pronta a lottare per il cambiamento. In ‘De Man in Europe’ Lucas utilizza alcuni frammenti video delle interviste per condurre il pubblico attraverso i maggiori temi e le battaglie della giovane generazione europea che ha incontrato nella sua ricerca.

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