«La patrimoniale è vantaggiosa per i cittadini ternani»

Il consigliere di Senso Civico Gentiletti: «Non si comprendono le ragioni dell’avversità alla proposta. Terni vedrebbe finalmente una tassazione uniforme a tutte le altre città»

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di Alessandro Gentiletti
Consigliere comunale Senso Civico

Patrimoniale vantaggiosa per i ternani. L’abolizione dell’Imu e l’introduzione di un’imposta sostitutiva sui patrimoni è favorevole per i Comuni in dissesto come quello di Terni.

La Lega romana ed il suo sindaco spesso giustificano le loro inadempienze alle richieste dei cittadini evocando le norme che regolano e limitano le attività di un Comune in dissesto finanziario, come quello di Terni. In particolare lamentano che non vi sarebbero margini di intervento sulla fiscalità, in quanto la già ridotta autonomia finanziaria dei Comuni, nell’ipotesi di dissesto, sarebbe completamente azzerata.

Per questo più volte hanno chiesto, o fatto finta di chiedere, in modo del tutto fantasioso al Governo di intervenire con norme ad hoc per cancellare lo stato di dissesto. Premesso che la situazione è estremamente più complessa e diversa, stupisce che oggi, che si prospetta la possibilità di attenuare quantomeno gli effetti pregiudizievoli del dissesto sulle tasche dei ternani e prendere vantaggio, gli amministratori leghisti incredibilmente si schierino contro.

Mi riferisco in particolare alla proposta del deputato Nicola Fratoianni di abolire per l’anno 2021 l’Imu su tutto il territorio nazionale ed istituire un’imposta sostitutiva sui patrimoni uniforme per tutti i Comuni e che opera sull’intero Paese. Una proposta che non solo farebbe venire meno per il 2021 le discriminazioni fiscali che oggi patiscono i ternani a causa della situazione finanziaria di dissesto del Comune e delle aliquote applicate al massimo, ma che prevede espressamente la rideterminazione del fondo di solidarietà comunale e stabilisce come criterio di compensazione il minor gettito subito dai Comuni a causa dell’esenzione dell’Imu. Un criterio che avvantaggia i Comuni che subiscono un minor gettito, come quelli in dissesto.

Per intenderci, se fosse approvato l’emendamento in questione il Comune di Terni compenserebbe il minore gettito direttamente dal fondo nazionale ma non lo farebbe a svantaggio dei ternani, come avviene oggi. Infatti, i ternani con un reddito inferiore a 500.000 euro non si troverebbero a dover pagare l’Imu e quelli con un reddito superiore pagherebbero una tantum in modo eguale agli altri cittadini italiani secondo le seguenti percentuali: lo ‘0,2% per una base imponibile di valore compreso tra 500.000 euro e 1 milione di euro; 0,5% per una base imponibile di valore oltre 1 milione di euro ma non superiore a 5 milioni di euro; 1% per una base imponibile di valore oltre i 5 milioni di euro ma non superiore a 50 milioni di euro; 2% per una base imponibile di valore superiore ai 50 milioni di euro. Limitatamente all’anno d’imposta 2021, in deroga a quanto previsto dal precedente comma 2, sub lettera d) , per una base imponibile superiore ad 1 miliardo di euro l’aliquota è fissata al 3%’.

Per questo non si comprendono le ragioni dell’avversità alla proposta, soprattutto in una città come Terni che vedrebbe finalmente una tassazione uniforme a tutte le altre città, secondo criteri progressivi che interessano soprattutto i patrimoni più alti ed in modo non particolarmente penalizzante. Se non si è convinti si consideri che in Spagna si parla di una patrimoniale al 2% sui redditi da lavoro superiori a 300.000 euro e del 3% sui redditi da capitale superiori a 200.000. Una città che a fronte di una tassazione eguale a tutti gli altri cittadini italiani avrebbe  finalmente diritto ad una maggiore compensazione dal fondo nazionale di solidarietà.

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