«Scoprire la città attraverso un reportage fotografico equivale ad una ricostruzione storica, un libro narrativo aperto alle emozioni. Fotografare la propria città è molto più complesso di quanto sembri, assuefatto dalla realtà che vive come routine, spesso il fotografo non riconosce il ‘nuovo’ della territorialità in cui vive da sempre. Nelle foto della città si colloca lo spazio della memoria, del cambiamento sociale e della contemporaneità con nuovi spazi sensoriali e percettivi». Domenica 17 settembre alle 18, si inaugura la mostra del fotografo Nicola Severino, un reportage sulla città di Terni, progetto del 2010. L’esposizione si colloca all’interno del programma di CavourArt 2023, Cantieri di voci urbane, la sede espositiva è una casa privata in corso Tacito. L’allestimento rimarrà fino a dicembre con visite programmate su appuntamento. La scelta che vuole compiere il fotografo Nicola Severino, nato a Martirano il 12 marzo del 1970, ma residente a Terni «è in nome di questa contemporaneità , della velocità , della visibilità , del molteplice rispetto all’unico e in questa pluralità cercare un punto di vista alternativo, non razionale, destrutturare in modo dinamico la realtà per proporre una visione della città senza schemi, senza filtri, un percorso mentale più che visivo. La ‘riscoperta urbana’ avviene dalla propria autovettura, uno spazio interno che si apre all’esterno attraverso un approccio casuale. La foto non è studiata, non è statica, l’occhio non osserva razionalmente da un obiettivo, lo scatto è lasciato all’istinto, la macchina stessa coglie lo spazio nell’entusiasmo di un viaggio senza destinazione, trasportata solamente dal racconto di una realtà urbana che svela prospettive difficilmente recuperabili da uno studio razionale. Il valore allora non è nella singola foto ma nel movimento dell’intera sequenza che ripropone il viaggio e con esso la storia urbana che diviene personale, globale, infinita».